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Contratti, primo sì alla riforma

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«Stiamo costruendo un sindacato nuovo - ha dichiarato il leader della Cisl Raffaele Bonanni uscendo dalla riunione - che trova dopo tante controversie una convergenza che dimostra voglia di rinnovamento, per rendere i lavoratori più forti, capace di contrastare gli interessi contrari e rendere i salari più pesanti». Gli fa eco il numero uno della Cgil Guglielmo Epifani, che ha aggiunto: «Le segreterie di Cgil, Cisl e Uil convergono su un documento molto importante per i lavoratori. Tre sono gli obiettivi: più democrazia, sindacati più vicini ai lavoratori, e aumento delle retribuzioni che in Italia sono tra le più basse d'Europa». Naturalmente, ha chiarito il segretario generale della Uil Luigi Angeletti, «non abbiamo votato, ma abbiamo dato un giudizio politico». Sarà un modello contrattuale unico, sia per il settore pubblico che per quello privato, con due livelli tra loro complementari. Per il contratto nazionale i sindacati parlano di razionalizzazione delle aree di copertura, che oggi sono oltre 400, ipotizzando una loro riduzione attraverso accorpamenti per aree omogenee e per settori. La durata sarà triennale, sia per la parte economica che normativa, e occorre far rispettare la tempistica dei rinnovi prevedendo delle penalizzazioni. Sulla parte economica, il recupero dell'inflazione va ancorato a criteri credibili, adeguando gli attuali indicatori di inflazione e, in caso si verifichino differenziali inflazionistici, vanno definiti meccanismi certi di recupero. Vanno inoltre rafforzate le norme per i casi di appalti, outsourcing e cessioni di rami di azienda per garantire condizioni normative, salariali e di sicurezza adeguate. Il contratto nazionale dovrà poi definire le competenze da affidare al secondo livello. Questo incentrerà la sua azione su i contratti aziendali o territoriali: in quest'ultimo caso, potranno essere regionali, provinciali, settoriali, di filiera, di comparto, di distretto, di sito. La rappresentatività dei sindacati, per il settore privato, inoltre, verrà certificata dal Cnel sulla base dei dati associativi rilevati dall'Inps e dei consensi elettorali delle Rsu, che andranno generalizzate dappertutto. Il Cnel dovrà certificare la rappresentatività anche nel pubblico, attraverso i dati Aran, e per i pensionati, sulla base degli enti previdenziali. Quanto alla democrazia sindacale, è previsto che per gli accordi confederali con valenza generale le piattaforme sindacali, una volta approvate, siano sottoposte alla consultazione dei lavoratori e dei pensionati. Ora il testo dovrà passare al vaglio del direttivo della Cgil (gli organismi esecutivi di Cisl e Uil hanno invece già approvato il testo), ma «sono sicuro che la maggioranza del sindacato - ha sottolineato Epifani - sosterrà questo documento». E lunedì prossimo 12 maggio è prevista invece la riunione dei direttivi unitari delle tre confederazioni. Il passo più importante però è stato compiuto, e lo sanno anche i sindacati. Tanto che «non appena sarà formalizzato il cambio della guardia in Confindustria - ha sottolineato Bonanni - diventeranno agibili i luoghi di confronto» per riaprire il tavolo della trattativa con viale dell'Astronomia. Intanto, proprio il mondo delle imprese plaude all'accordo tra Cgil, Cisl e Uil. «Finalmente il sindacato è riuscito ad arrivare a una posizione unitaria: meglio tardi che mai», ha detto Luca Cordero di Montezemolo.

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