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Il Pd «taglia» gli amici di Israele

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Israele

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Non è tutto: il partito nato da una fusione tra Ds e Margherita, non solo ha deciso di lasciare fuori dai giochi eventuali neo-rappresentanti, ma per la prossima legislatura ha «tagliato» quei parlamentari, attualmente in carica, che hanno notoriamente espresso un sentimento di fratellanza nei confronti del popolo ebraico. Tutti tranne uno: Emanuele Fiano, una vita a militare nelle file dei diesse. Gli altri non saranno rieletti. Come Giuseppe Caldarola, che è anche presidente dell'associazione interparlamentare Amici di Israele, e Umberto Ranieri. Out, inoltre, Antonio Polito. In questo caso è stato il senatore a scegliere, ma se ne va un altro parlamentare legato alle Comunità ebraiche italiane. Tra i «tagliati» c'è anche il musulmano moderato, in ottimi rapporti con l'ebraismo italiano, Khaled Fouad Allam. Il deputato giornalista è rimasto letteralmente scandalizzato dalla sua esclusione. Tanto da spedire una lettera di protesta al presidente del Pd Romano Prodi: «In un periodo storico come il nostro - scrive Allam nella lettera -, in cui la questione del rapporto con il mondo islamico e con la sponda meridionale del Mediterraneo è all'ordine del giorno, desta preoccupazione la chiusura di un partito "monoetnico"». Allam si sfoga passeggiando frenetico a piazza del Parlamento, e confessa che questa «politica non è più al passo con l'evoluzione della società. Anche Fini mi ha chiamato stupito quando ha saputo della mia esclusione». Insomma, le esigenze delle due più importanti minoranze religiose in Italia - ebraismo e islam - rischiano di non essere adeguatamente ascoltate dal Pd. In realtà durante la composizione delle liste, il nome di un esponente della Comunità ebraica si era fatto. Quello di Victor Magiar: ebreo da sempre impegnato in politica, con una passione dichiarata per la sinistra. La scarsa attenzione che il Pd ha dato all'ebraismo, in termini di rappresentanza parlamentare, non è sfuggita agli occhi della Comunità romana. Il portavoce Riccardo Pacifici ricorda che «la Comunità non si schiera, ma favorisce l'ingresso in politica di persone portavoce di valori. Ma non schierarsi non significa essere neutrali. Sappiamo quali sono le formazioni politiche delle quali sospettare la capacità di rappresentare la democrazia», dice Pacifici. Ma è indubbio che nei corridoi della Comunità ebraica di Roma molti restano a bocca aperta apprendendo la notizia dei «tagli» alla lista. L'associazione Appuntamento a Gerusalemme ora ha paura: «Siamo indignitati e delusissimi» dell'esclusione di Caldarola e Ranieri. «Temiamo che tornino nella sinistra i pregiudizi su Israele».

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