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La Destra di Francesco Storace andrà da sola alle prossime ...

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Il leader de «La Destra», che ieri ha annunciato la sua candidatura anche a sindaco di Roma, punta dunque a raccogliere tutti i voti degli elettori che non condividono la scelta di Gianfranco Fini di confluire nel partito del Popolo della Libertà e a creare qualche problema alla formazione di Berlusconi nelle regioni dove è più forte, come ad esempio nel Lazio. Per sfidare il Cavaliere Francesco Storace, ieri in collegamento telefonico con Giuliano Ferrara alla trasmissione «Otto e mezzo» usa le parole di uno slogan pubblicitario: «Se non si fidano della Destra non possono chiedere i nostri voti: no Martini no party, no simbolo no voti. Se ci rifiutano è un problema loro. Quella è una lista cinica che punta al potere. Io non ho dimenticato le reciproche accuse di ectoplasma e i ricatti sulla Gentiloni. Prima di definirci un piccolo partito, comunque, aspettiamo il voto, perché con la Santanchè candidato premier avremo delle sorprese. E in ogni caso noi saremo avversari della sinistra sia prima che dopo le elezioni, mentre non so se tutti potranno dire la stessa cosa». «Loro — ha proseguito — vogliono imitare il presunto coraggio di Walter Veltroni, attraverso l'eliminazione dalla scena di soggetti scomodi come noi. Dovevamo entrare quatti quatti nelle liste del Pdl, accontentarci del rancio che ci veniva offerto e dire alla nostra gente "è finita una storia", solo per salvare le nostre poltrone. Insomma, avremmo dovuto uscire da An per entrare nel Ppe? Noi abbiamo una dignità e dimostreremo ai cittadini di avere anche consenso». E non sono mancate neppure le critiche a Gianfranco Fini: «Io non contesto il suo diritto a cambiare opinione, ma voglio essere rispettato. Noi affermiamo il diritto all'identità che non può essere messo in discussione di fronte all'obiettivo del potere. Perché senza passare per un congresso e nemmeno per una conta elettorale si decide dopo una telefonata e dopo aver contestato il partito nato in piazza San Babila di sciogliere il proprio? Perché si decide di evitare riferimenti alla destra sulla scheda elettorale e partire all'attacco con un'avventura nuova? È profondamente sbagliato, ma è un legittimo problema dell'onorevole Fini. Non può essere un problema di Francesco Storace». Ma l'ex presidente della Regione Lazio sembra essere particolarmente attratto dalla possibilità di candidarsi a sindaco di Roma contro Francesco Rutelli. Anche perché, in mancanza ancora di un candidato ufficiale del centrodestra (Giorgia Meloni ha smentito di volersi presentare, così come ha fatto Franco Frattini), Storace ha la possibilità di un buon risultato. «Ho intenzione di candidarmi — ha spiegato a Giuliano Ferrara — credo di conoscere la città di Roma e mi affascina la sfida con un personaggio di ritorno, con Francesco Rutelli che torna come nel gioco dell'oca. Mentre il centrodestra sfoglia la margherita per cercare un candidato, La Destra è pronta: io mi candido al Comune, Teodoro Buontempo alla Provincia e Daniela Santanchè è la nostra candidata premier».

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