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Il ricordo della tragedia delle foibe, l'omaggio alle ...

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Il presidente della Repubblica ha aggiunto all'ultimo momento, a braccio, una frase al testo scritto del suo intervento, per richiamare un duro giudizio dell'anno scorso che «suscitò qualche reazione inconsulta fuori Italia»: per l'esattezza un incidente diplomatico con l'allora presidente croato Stipe Mesic, chiuso nel giro di qualche giorno. Napolitano citò recenti ricerche per dire che al confine orientale dell'Italia, dopo l'8 settembre 1943, migliaia di italiani furono vittime di un «moto di odio e di furia sanguinaria e di un disegno annessionistico slavo che prevalse in tutto nel trattato di pace del 1947 e che assunse i sinistri contorni di una pulizia etnica». Su questo passaggio si appuntò la reazione croata. Mesic ci vide elementi di aperto razzismo, revisionismo storico e revanscismo politico. Ieri Napolitano si è limitato a richiamare il concetto dicendo: «Era giusto esprimermi a nome della Repubblica con quelle parole, con quell'impegno che qui ho sentito ricordato con piacere dal ministro Rutelli». Rutelli ha parlato dell'emozione provata poco prima consegnando 75 medaglie ricordo agli eredi delle vittime. Quelle terribili vicende, ha ricordato Napolitano, hanno lasciato ferite profonde, oggi rimarginate per effetto del lungo tempo trascorso, ma soprattutto dell'entrata in campo dell'Europa unita quale comune cornice di civiltà e di pace.

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