Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

di MAURIZIO PICCIRILLI GIUSTIZIATO all'alba l'autista di Daniele Mastrogiacomo.

default_image

  • a
  • a
  • a

Un rincorrersi di notizie dubbie e allarmanti. Poi in serata i taleban fanno sapere «Progressi nelle trattative, domani (oggi ndr) alle 11,30 italiane chiarimento sull'ultimatum». E ieri sera Gino Strada fondatore di Emergency parlando ai giornalisti a Kabul ha detto: «È stata una giornata molto intensa e difficile. Ma credo ci sia motivo di pensare che ci sono segnali positivi nei negoziati per il rilascio di Daniele Mastrogiacomo e del suo interprete afghano». «Sono stati fatti passi avanti significativi - ha aggiunto Strada - è una situazione completamente diversa da quella che avevamo 24 ore fa». C'è stata «una marcia in più, da parte di tutti». Strada ha aggiunto che la famiglia di Mastrogiacomo può «dormire con occhio tranquillo... con la precarietà di tutte le cose umane». Alla domanda se oggi sarà la giornata risolutiva, Strada ha risposto: «Non so, speriamo». L'organizzazione Emergency, che ha tre ospedali in Afghanistan fra cui uno a Lashkar Gah, capoluogo della provincia di Helmand dove è stato rapito undici giorni fa l'inviato di Repubblica, ha dato la sua disponibilità a trovare i canali attraverso cui far svolgere le trattative. Ieri mattina invece le prime informazioni dall'Afghanistan erano raccapricianti. L'agenzia di stampa locale «Pajhwok Afghan News», lo stesso organo d'informazione che giovedì aveva ricevuto un messaggio audio con un drammatico appello di Mastrogiacomo, ha dato notizia dell'esecuzione dell'autista di Daniele. «Abbiamo verificato che era una spia» è stata la terribile motivazione e il comandante della provincia di Helmand, Ibrahim Hanifi conferma telefonicamente che Said Agha «è stato sgozzato alle 7 di questa mattina, perché è stato confermato che era una spia delle forze militari straniere. C'è più tempo per il reporter italiano e il traduttore. Loro sono giornalisti». Secondo fonti afgahne ci sarebeb anche un video dell'esecuzione. La notizia purtroppo ha prodotto anche tragici effetti: la moglie dell'ostaggio ucciso, che era incinta, è stata male e ha perso il bambino. Una situazione che ha portato il ministro degli Esteri Massimo D'Alema a dire ufficialmente che erano stati avviati contatti e aver avuto una sorta di conferma dai talebani. Il responsabile della Farnesina aveva chiesto anche «più tempo». Le risposte, dall'altra parte del mondo a quattro ore di fuso orario, non si sono fatte attendere. Un portavoce dei talebani, Qari Yousuf Ahmadi, aveva in precedenza affermato che «agli italiani con cui siamo in contatto è stato comunicato» che la scadenza dell'ultimatum sarebbe potuta essere prolungata, rispetto ai due giorni concessi inizialmente. «Abbiamo detto loro», aveva proseguito Ahmadi, «che, se ci chiederete altro tempo attraverso i mass media, noi ve ne daremo di più. Qualche progresso nei negoziati c'è stato», aveva concesso, «e, se le nostre richieste saranno accolte, libereremo il giornalista». Poi un'altra agenzia aveva riferito che la decisione sulla sorte di Mastrogiacomo e del suo inteprete afghano sarebbe stata presa per le 20. Infine nel tardo pomeriggio Shahabuddin Atal, definitosi portavoce del comandante taleban Mullah Dadullah affermava al telefono: «Ci sono alcuni progressi e sono stati ricevuti alcuni segnali positivi». L'uomo ha annunciato anche che i sequestratori di Mastrogiacomo faranno chiarezza entro le 15 (le 11.30 italiane) di sabato 17 marzo, sull'ultimatum fissato per il rilascio dell'inviato di Repubblica. Atal ha pure anticipato che i talebani vogliono in cambio di Daniele Mastrogiacomo la liberazione di sei uomini, ma non ne ha precisato l'identità. Il talebano ha anche accusato l'Italai di aiutare a riformare il sistema giudiziario afghano in funzione anti talebana. [email protected]

Dai blog