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Berlusconi e Casini si riavvicinano Si cerca l'intesa sulla legge elettorale

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Forte della sua proverbiale «pazienza» Silvio Berlusconi prova a riconquistare Pier Ferdinando Casini. Il giorno dopo il faccia a faccia che ha segnato l'inizio del disgelo tra i due eterni rivali, nelle fila di Forza Italia c'è un cauto ottimismo. «Il fatto che Casini abbia ribadito che il suo obiettivo è quello di arrivare al più presto ad un cambio di maggioranza - commenta un deputato azzurro molto vicino al Cavaliere - è sicuramente un fatto positivo. Questo significa che, anche se rimangono differenze sul modo di fare opposizione, abbiamo un unico obiettivo». E in effetti è proprio da qui che Berlusconi vorrebbe partire per cercare di ricompattare la Cdl. La convinzione del leader azzurro è che un'opposizione divisa non solo è debole, ma è poco credibile nei confronti del Quirinale. «Così - spiegano a via dell'Umiltà - ci esponiamo ad attacchi come quelli di Fassino e, soprattutto, dimostriamo al Capo dello Stato che non esiste un'alternativa vera al governo Prodi». In ogni caso, dentro Forza Italia, nessuno si nasconde che l'«operazione Casini» non sarà una passeggiata. Per questo incassata la rassicurazione che, almeno per il momento, l'Udc non tradirà. Definita una linea comune sull'Afghanistan (se non raggiungerà quota 158 senatori Prodi ha il dovere di dimettersi). Adesso Berlusconi lavora sui prossimi passi da fare: legge elettorale e amministrative. È sopratutto sul primo punto che le distanze tra il Cavaliere e Casini sembrano incolmabili. Anche durante il volo di ritorno da Bruxelles il leader Udc è stato irremovibile: il partito insisterà sul modello tedesco, anche se dovesse trasformarsi in una battaglia di principio. Diversa la posizione del Cavaliere che è al lavoro per preparare l'incontro, del 21 marzo, tra Prodi e Forza Italia (all'incontro parteciperanno i capigruppo di Camera e Senato). Gli azzurri ribadiranno la necessità di modifiche rapide alla legge elettorale in vigore con innalzamento della soglia di sbarramento e il premio di maggioranza al Senato che passa da base regionale a base nazionale. Posizione su cui, assicurano gli azzurri, sarebbero d'accordo anche Lega e An. E l'Udc? «Noi, almeno per ora, non rinunceremo alla nostra idea - spiega il capogruppo dell'Udc alla Camera Luca Volontè -. Certo, non abbiamo l'acqua alla gola. Aspettiamo l'evolversi della situazione e, alla fine, vedremo se Forza Italia verrà sulle nostre posizioni o viceversa». Insomma, mai dire mai. Più semplice la partita delle amministrative. «La linea di tendenza - spiega ad Affaritaliani il segretario centrista Lorenzo Cesa - è di garantire la continuità dell'esperienza di centrodestra laddove ha funzionato». Nessuna sorpresa, quindi, anche perché i nodi ancora aperti sembrano ormai in fase di risoluzione. Tre le situazioni ancora in bilico: Verona (il candidato dovrebbe essere l'ex dg Rai Alfredo Meocci), Asti e Frosinone.

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