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Il Cav incontra i parlamentari azzurri e cita un sondaggio Euromedia: «Siamo al 31,7%»

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Parola di Silvio Berlusconi. Il leader di Forza Italia convoca a palazzo Grazioli deputati, senatori e coordinatori regionali dopo la grande manifestazione di sabato a piazza San Giovanni. Un'occasione per fare il punto sulla situazione, ma anche per affrontare i nodi di questi giorni, uno su tutti, il rapporto con l'Udc di Pier Ferdinando Casini. L'ex premier è in gran forma e tranquillizza i presenti sul suo stato di salute dopo il malore di Montecatini. «Avete visto quanta gente c'era sabatao? - dice - In tanti mi vogliono bene. Io sono sicuro di non avere niente, ma siccome vi preoccupate per me ho deciso di fare altri controlli e ho messo queste ventose che mi monitoreranno per un giorno». A questo punto alza la polo blu e, fra l'ilarità generale, mostra un holter pressorio (uno strumento che registra i battiti e le altre funzioni cardiache). Niente pacemaker quindi, niente fughe in Svizzera per «interventi segreti», ma solo qualche controllo di sicurezza anche perché, ribadisce, «sono in grandissima forma». Poi spazio alle considerazioni politiche. Anzitutto i numeri. Dati che, come è prassi, arrivano dagli ultimi sondaggi commissionati ad Euromedia. «L'unica agenzia di sondaggi - ricorda il Cav ai giornalisti che lo attendono davanti a palazzo Grazioli - che ha imbroccato i risultati delle elezioni politiche, usando il metodo dell'istituto americano». Non c'è solo il 31,7% di Forza Italia a far sorridere il Cavaliere. La Casa delle Libertà, almeno è quella parte che è scesa in piazza San Giovanni è al 52%. Consenso che sale al 56,1% se si tiene conto del 4,1% dell'Udc. Il tutto mentre il centrosinistra resta fermo al 43,5%. «I risultato di Forza Italia - spiega Berlusconi - è dovuto soprattutto al fatto che abbiamo portato via molti indecisi che sono scesi dal 22,4% al 15,9%». Ma l'elemento più importante è sicuramente il fatto che, sottolinea il Cavaliere, «I dati sono stati raccolti a cavallo della manifestazione del 2 dicembre, fra venerdì e lunedì». Insomma, a leggerli così, i numeri sembrerebbero una sonora bocciatura dell'Udc di Casini che, a questo punto, risulterebbe assolutamente ininfluente in vista di una possibile vittoria elettorale della Cdl. Berlusconi, però, non vuole assolutamente entrare in conflitto con i centristi. E, anche se ci tiene a sottolineare che «la Cdl c'è ed è viva più che mai» (a differenza di quello che sostiene Casini), invita i presenti a cercare la via dell'unità. «Dobbiamo lavorare sul territorio in vista delle prossime amministrative - dice -, scegliendo con l'Udc i candidati migliori. Noi dobbiamo vincere le amministrative e stare tutti insieme». Anche se, riprendendo la polemica innescata da Casini nei giorni scorsi ribadisce, «non sono mai stato un dittatore». E, rivolto alla platea, aggiunge ironico: «Voi lo sapete bene visto che Forza Italia è un partito di anarchici». Insomma, con i dovuti distinguo, la linea del Cavaliere è chiara: evitare la polemica. E la conferma di questo «spirito ecumenico» dell'ex premiere (che ha comunque detto di non aver sentito Casini) arriva quando i cronisti lo bloccano all'ingresso di palazzo Grazioli. «Sì, sono contento, mi sembra che sia andata bene» risponde a chi gli chiede un giudizio sul breve colloquio telefonico tra lui e il leader Udc nel corso della trasmissione Ballarò di martedì sera. «Mi venivano attribuite intenzioni che non erano le mie e cioè quelle di aver dato un ultimatum - osserva -. Io non ho mai posto ultimatum a nessuno. Casomai posso lamentare di aver subito imposizioni dagli alleati quando eravamo al governo». Ma il pensiero di Berlusconi è tutto per sabato. «Il risultato politico della manifestazione del 2 dicembre è sotto gli occhi di tutti noi - ribadisce -: negli elettori c'è la convinzione che siamo la maggioranza nel Paese e gli unici depositari dell'idea liberale dello Stato e della sua organizzazione». «Nel corso della riunione - spiega parlando dell'incontro con deputati e senatori azzurri -

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