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di LUCA VOLONTÈ Sarebbe interessante conoscere la fonte da cui il Ministro per la Salute ha attinto, ...

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I paesi a cui il ministro immaginiamo si riferisca sono la Francia, l'Inghilterra ed il Galles, la Scozia e la Svezia. Purtroppo i dati della Cina non sono disponibili e anche se lo fossero risulterebbe assai arduo accertarne la validità. In Francia il confronto è reso difficile da una serie di cambiamenti intervenuti nella legislazione e nelle metodiche di raccolta dei dati. L'indicazione più attendibile deriva dal più recente rapporto Drees (Direction de la recherche des études de l'évaluation et des statistiques) in base al quale il tasso di abortività era pari a 14,0/1000 donne di 15-49 anni nel 1990 ed è risultato il 14,1 nel 2003, con un incremento in termini assoluti di quasi seimila aborti annui. Più semplice risulta il confronto negli altri paesi. In Inghilterra e Galles dopo l'introduzione della pillola abortiva l'incremento è stato del 15%, passando da 15,5 aborti ogni 1000 donne in età fertile a 17,8. In Scozia l'aumento è stato di oltre il 30% (da 9,1 a 11,9). Solo in Svezia si è assistito ad una lievissima riduzione (inferiore all'1%); è da rilevare peraltro che nel paese scandinavo l'aborto negli ultimi anni sta progressivamente aumentando (oltre l'11% dal 1999). Se poi si desidera allargare lo sguardo alle realtà nazionali che solo recentemente hanno introdotto l'aborto farmacologico, i dati mostrano l'inconsistenza delle affermazioni del ministro. Da quando la pillola abortiva è stata legalizzata solamente in Danimarca (-5%) e Norvegia (-2%) il ricorso all'aborto si è leggermente ridotto, mentre è aumentato in Finlandia (+8%), Spagna (+38%), Olanda (+24%), Belgio (+25%). Persino in Germania, dove pure il metodo è usato pochissimo e dove ha ricevuto l'esplicita opposizione dell'associazione dei ginecologhi tedeschi, il tasso di abortività non cala. Rimaniamo in attesa di conoscere le inedite cifre di cui il ministro sembra essere in possesso. Si tratta di un vecchio vezzo di certa politica: se i fatti contrastano con l'ideologia, tanto peggio per i fatti. La sua collega Bonino rincara la dose, partecipando in veste istituzionale all'incontro organizzato dal Fiapac, la federazione abortista internazionale, a Roma. Consideriamo pure che la Bonino abbia esperienze personali sulla pratica abortista, le foto con lei all'opera sui corpi delle donne sono note, tuttavia che porti un saluto nella sua funzione istituzionale, è francamente vergognoso e offensivo per ogni cittadino e per le stesse istituzioni italiane. Il primo amore della Bonino, l'omicidio degli embrioni, evidentemente non si scorda mai. C'è da attendersi allora che al Convegno dei Medici Pro-Life in corso a Roma e organizzato da Matercare's International, all'Istituto Maria Bambina di via Paolo VI, ci passino Prodi e Napolitano, il principio di proporzionalità sarebbe almeno salvaguardato. Quello di civiltà pure!

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