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Tremonti: «Dovranno mettere la fiducia»

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Ne è convinto l'ex ministro dell'Economia Giulio Tremonti. «Maggiore è il rischio che passino emendamenti -spiega l'esponente azzurro- maggiore è la possibilità che Prodi metta la fiducia sulla Finanziaria, perchè sa che gli si potrà chiedere conto di una maggioranza diversa. Se dovessero passare 4, 5 grossi emendamenti alla Camera è un problema finanziario e poi politico e si creerebbe un effetto moltiplicatore al Senato». Intanto arrivano le critiche dagli esponenti della Cdl negli enti locali. «Devastante. Non ci sono altri termini per definire l'impatto della Finanziaria appena varata da Prodi sui bilanci degli enti locali. Il micidiale taglio dei trasferimenti erariali e la scarsità di risorse per gli investimenti avrà pesanti effetti sia sull'erogazione dei servizi sia sulle politiche locali in campo sociale ed economico». Così Giorgio Dragotto, presidente del gruppo di Forza Italia in Regione Emilia Romagna, lancia l'allarme sulle conseguenze che la manovra avrà sugli enti locali. «Nonostante i proclami di Prodi, la Finanziaria unionista, fatta di falsi tagli e tasse vere, avrà effetti perversi proprio - osserva - sui soggetti più deboli, cui arriveranno spiccioli a livello di risparmi e restituzione del cuneo fiscali e stangate a livello di imposte locali». Il senatore di Forza Italia Lucio Malan invece mette in guardia dalla cattiva informazione sulla Finanziaria effettuata dai media. «Radio, televisioni e giornali saranno obbligati a dare spot e inserzioni gratis al governo, in cambio di contributi statali. C'è scritto nell'articolo 27 del decreto legge fiscale parallelo alla finanziaria e dunque è una norma già in vigore. La norma, degna del regime cinese che tanto piace a Prodi dice che gli organi di informazione che ricevono contributi statali diretti sono tenuti, su richiesta della presidenza del Consiglio dei ministri, a diffondere gratuitamente messaggi istituzionali, di utilità sociale o di pubblico interesse, in misura massima da determinare con apposito decreto del presidente del Consiglio».

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