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Oggi farmacie chiuse, la protesta torna in piazza

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Oggi, dalle 11, i camici bianchi inizieranno un sit-in a piazza Barberini, poi i delegati delle varie regioni si raduneranno in assemblea generale al Jolly Hotel di via Veneto. Tutte le farmacie private italiane resteranno chiuse per l'intera giornata, tranne 1.500 esercizi di turno e quelle comunali: sulle 17.900 operanti in Italia, 2.900 resteranno aperte, una su cinque. Problemi al Sud dove le farmacie comunali sono poco diffuse. Adiconsum e Codacons, contrarie alla serrata, hanno chiesto sanzioni contro i farmacisti che terranno chiuso il loro esercizio. Dall'assemblea dei delegati Federfarma potrebbero venire fuori dure decisioni di lotta sindacale. A cominciare dallo scioglimento della convenzione con il Sistema sanitario nazionale ricorrendo alla Corte di Giustizia europea per mancata applicazione del decreto legislativo 231/2002 sulla lotta ai ritardi di pagamento nelle transazioni commerciali. Il ministro dello Sviluppo Economico, Pierluigi Bersani, è tornato ieri a parlare dello scontro con i farmacisti durante la replica in aula sulla manovra bis che contiene anche il pacchetto liberalizzazioni: «Si continua a parlare di supermercati ma il clou dell'operazione non sono i supermercati. Il clou dell'operazione significa che un farmacista può aprirsi un negozio di farmaci con l'aggiunta di tutta la merceologia che vuole. E un giovane riesce a fare il farmacista. Quando diciamo la parola farmacista non dobbiamo pensare sempre ai farmacisti titolari. Dobbiamo pensare al futuro. Ma come possiamo pensare al futuro se non ci mettiamo nell'ottica dei giovani?». «Dicono di voler andare incontro all'Europa, ma nel resto del nostro continente per agevolare realmente i cittadini, i farmaci di automedicazione sono disponibili nel supermercato senza il farmacista — ribattono da Federfarma — Inoltre negli altri paesi europei si segue alla lettera la direttiva comunitaria che stabilisce tempi precisi per il pagamento delle transazioni commerciali. In Italia non se ne parla. Lo Stato deve ancora 2 miliardi di euro ai farmacisti e i tempi di pagamento sono fuori da ogni regola». I legali di Federfarma stanno preparando una mole enorme di decreti ingiuntivi, circa 7.000, per recuperare il denaro dovuto dalla macchina pubblica per medicinali acquistati dalle farmacie italiane. «Le piccole farmacie e con loro gli abitanti dei piccoli Comuni, sono i soggetti che rischiano di subire le conseguenze più gravi dall'approvazione del decreto sulle liberalizzazioni — si rincara da Federfarma — Le farmacie rurali non hanno la possibilità di competere con gli ipermercati che, anche grazie a una collocazione territoriale favorevole, attraggono decine di migliaia di clienti e dispongono di risorse economiche e organizzative ben superiori a quelle di una farmacia».

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