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«PIÙ CHE andare oltre Fiuggi dobbiamo pensare a completare il progetto che varammo nel '95».

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Un deputato che parla poco ma che proviene d Latina, l'ultima vera roccaforte della Cdl che continua a crescere tanto da aver creato una sorta di «modello pontino». Un modello che ha portato persino alla vittoria del sì all'ultimo referendum. Anche per questo Pedrizzi è preoccupato che An possa prendere altre strade, snaturandosi ancora. Onorevole, ma che fa? Propone di innestare la retromarcia? «Nient'affatto. Fa questo tipo di ragionamento chi non conosce o non ricorda la storia di Alleanza nazionale. E tantomeno la sua genesi». Ma lei chiede di andare indietro? «Assolutamente no. Ecco, vede, anche lei commette questo errore. E allora ricordiamoci come è nata Alleanza nazionale». Ricordiamolo pure. «An viene pensata come un partito di centrodestra che sia in grado di riunire il filone cattolico e quello laico, quelli liberale, risorgimentale, del socialismo tricolore. Quello della destra storica era un filone, il nucleo di partenza è chiaro, ma comunque uno dei nuclei». Scusi, ma questo è il Polo non An... «Esatto, è il Polo. Solo che il Polo ancora deve nascere perché An è stata pensata sul finire del '92, Berlusconi deciderà di scendere in campo un anno dopo. E la nascita del nuovo partito voleva essere proprio la risposta all'elettorato moderato che vedeva cadere uno dopo l'altro tutti i suoi punti di riferimento». E allora è fallito il progetto? «No, dopo sono nati il Ccd, Forza Italia e via via gli altri soggetti e An, dopo un exploit iniziale al 15%, è tornato al 12. Dunque, quando Fini dice che bisogna abbattere i paletti sono convinto che dica questo,di allargare il nostro progetto. E allargarlo significa tornare al percorso iniziale mai completato». Probabilmente Fini immagina un'apertura verso altre fasce sociali. Moffa parla di coppie di fatto. «Esiste una sola famiglia, altre forme non possono che trovarci contrari». Ma lei come immagina la nuova destra? Ancora più teo-con? «Guardi, la destra non è mai stata o laica o cattolica. Forse nella sua storia è stata solo più guelfa che ghibellina». Forse questa distinzione è superata? «Certo che è superata. Ma è superata nel momento in cui ci sono laici come Giuliano Ferrara, Marcello Pera o Oriana Fallaci che si schierano così apertamente a favore della difesa della nostra identità occidentale. Sono dunque i laici che si sono avvicinati a noi». Nel documento finale che stanno stilando Urso e Viespoli sulla nuova fase, quale capitolo vorrebbe ritrovare? «Vorrei vedere una An che si batte sui grandi temi della politica. Della vita, della bioetica, della difesa della nostra cultura. C'è una grande domanda dell'elettorato proprio in questa direzione». Ne è sicuro? «Dobbiamo ascoltare il territorio? E io lo faccio. Nella provincia di Latina abbiamo vinto tutto, nelle politiche come nelle amministrative. Se dobbiamo ripartire, almeno puntiamo sulle realtà vincenti». F. D. O.

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