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Pecoraro Scanio «Basta con i proclami golpisti, nessuno può dare diktat»

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È «irricevibile» sbotta il presidente Ds. «Dispiace - afferma D'Alema - che il presidente del Consiglio invece di cogliere il senso del mio invito che era innanzitutto rivolto a prendere atto del risultato elettorale, che consegna a Prodi il compito di governare il paese e, in secondo luogo, di avviare un dialogo per garantire il funzionamento delle istituzioni nella distinzione dei ruoli tra maggioranza e minoranza, ritenga invece di rilanciare una irricevibile proposta di governissimo per la quale -sottolinea D'Alema- mancano le condizioni politiche e programmatiche». Il botta e risposta a distanza tra i due, arriva dopo l'intervista di D'Alema al Corriere della Sera in cui il Ds prospetta la disponibilità a un confronto con la Cdl per il Quirinale. Berlusconi rilancia sulle larghe intese ma ecco che D'Alema torna a chiudere. Il leader della Margherita Rutelli usa toni più pacati. «È il momento di rasserenare il paese: chi ha vinto sia messo nelle condizioni di governare, nell'interesse generale dell'italia». Quanto alla Cdl dovrebbe «collaborare ai prossimi appuntamenti istituzionali con senso di responsabilità nazionale, anzichè con la faziosità di cui sta continuando a dare prova Berlusconi». Ma dal Verde Pecoraro Scanio viene un altolà: «Berlusconi la smetta con i proclami golpisti, l'Italia non è la repubblica delle banane ma una democrazia matura in cui il popolo decide che deve governare». «I cittadini - prosegue - hanno deciso di affidare il governo del paese a Prodi e all'Unione . Le incendiarie parole di Berlusconi alimentano lo scontro, Il premier la smetta perchè non è nella condizione di imporre diktat e di ricattare chi ha ricevuto la legittimazione a governare dal voto popolare». Dichiarazioni dure anche da Rifondazione. «È davvero singolare che Berlusconi non voglia riconoscere la vittoria dell'Unione - afferma Franco Giordano - Nessuno compie prove di forza, siamo bensì di fronte ad uno scenario chiaro: l'Unione ha vinto le elezioni e l'Unione indicherà chi ricoprirà i ruoli istituzionali, dalle presidenze dei due rami del Parlamento fino alla presidenza della Repubblica. Per non dire del governo, che sarà esclusivamente dell'Unione. Il Presidente del Consiglio ne prenda atto, lui che durante il suo mandato è andato avanti a colpi di maggioranza. Lui che tanto ha voluto questa legge elettorale».

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