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Casini sogna gli Esteri, il posto del leader della Destra

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Questa è l'idea che contraddistingue la Cdl e l'Udc all'interno della coalizione secondo quanto afferma il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini in una lunga intervista ad Anna La Rosa, che andrà in onda oggi alle 12.10 su Raitre a Telecamere. Parlando della sfida tv Prodi-Berlusconi, il leader dell'Udc nega che sia tornato l'asse Casini-Fini, ma sottolinea: «Il dibattito è stata un'occasione mancata, perché ha parlato sul passato e del passato». Casini confida poi che avrebbe voluto fare «in questi ultimi giorni è il confronto con Prodi». Quanto all'attacco a tre punte «c'è», assicura, e questo, dice, «è il bello del proporzionale», che non è una «porcata» come sostiene il leghista Roberto Calderoli, perché «quando uno vota una legge, un minimo di serietà lo porta a doversene far carico». Poi uno sguardo al futuro: se non il presidente del Consiglio al leader dell'Udc piacerebbe fare «il ministro degli Esteri» nel prossimo esecutivo, cioè il posto che oggi occupa Gianfranco Fini e alla quale il vicepremier sembra molto legato. Mentre il principale inquilino di Montecitorio spiega che al partito lascerebbe Lorenzo Cesa, l'attuale segretario del partito di via Due Macelli, «una guida sicura», che «ci interpreta tutti e che ha trovato su di sé l'unità piena». Non viene citato Marco Follini, che pure era stato segretario dell'Udc sino alla fine dell'anno scorso. Gli scontri di Milano sono stati per Casini «una pagina buia». «Non giochiamo con la violenza - ammonisce - Ecco perché mi dispiace molto che i candidati nelle liste del centrosinistra siano persone come Caruso, che difendono la violenza dei centri sociali». L'ultima parola su Marco Biagi: «Grazie alla sua legge siamo il paese che ha combattuto più efficacemente la disoccupazione. Ma in questo momento non vorrei parlare della riforma, nè strumentalizzare Marco Biagi. Mi sono dispiaciute tutte le polemiche, a Bologna non c'è stata la sensibilità necessaria per ricordare un uomo che è stato soprattutto un grande bolognese».

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