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Fiducia e dialogo fra i Poli, Ciampi parla per l'ultima volta al Paese

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FINE DI UN SETTENNATO

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Questi gli elementi principali del discorso che stasera il Capo dello Stato rivolgerà ai cittadini italiani. Il settimo, l'ultimo. Un discorso che ruoterà soprattutto attorno alla necessità di un rinnovato dialogo tra i Poli in vista della prossima campagna elettorale. Dopotutto non è la prima volta che Ciampi anticipa con il suo discorso le elezioni politiche. Gli era già accaduto nel 2000 e, anche allora il Presidente della Repubblica si rivolse alle forze politiche. «Ciò che ci unisce - disse - è molto più di ciò che ci divide. Gioverà alla prossima campagna elettorale che tutti lo ricordino. Saranno più fruttuosi e meno aspri i necessari dibattiti». Oggi, a distanza di 5 anni, poco sembra essere cambiato. La prospettiva è quella di una campagna elettorale in cui, a farla da padrone, sarà lo scontro tra Cdl e Unione caratterizzato dalla continua delegittimazione dell'avversario. Ciampi, avrebbe confidato ai suoi di essere molto preocuppato da questa prospettiva e, anche per questo, avrebbe deciso di rivolgere l'ennesimo appello. Un appello che però, ed è questo il timore del Presidente della Repubblica e del suo entourage, potrebbe rimanere inascoltato. Per il resto, in questo ultimo discorso, Ciampi dovrebbe riprendere due degli argomenti a lui più cari. Da una lato la necessità di «fare sistema» per ridare fiducia al Paese. Quella fiducia che è stato il tema portante degli ultimi due discorsi del Capo dello Stato (2003 e 2004). Una fiducia che, secondo Ciampi, è anche l'unica ricetta possibile per porre fine a quello che è sempre stato un suo tarlo: l'andamento discontinuo dell'economia. Il Capo dello Stato ne ha parlato anche recentemente durante il tradizionale scambio di auguri con le alte cariche dello Stato. Un incontro durante il quale ha fatto esplicito riferimento ad un altro degli elementi che, con tutta probabilità, verranno toccati questa sera: il «viaggio in Italia» che il Presidente ha intrapreso subito dopo la sua salita al Colle. Un viaggio che ha toccato oltre 100 province italiane e che si completerà entro il mese di gennaio proprio alla vigilia dello scioglimento delle Camere (le ultime tappe saranno Ragusa, Siracusa, Palermo, Pavia, Foggia e Barletta). «Dal mio viaggio attraverso le Province italiane - ha detto Ciampi lo scorso 20 dicembre - ho tratto conferma che il nostro tessuto produttivo è ricco, vitale, dotato di potenzialità ancora inespresse. Ha bisogno di essere sostenuto e sollecitato, anche con misure come quelle recenti sui distretti industriali». Fiducia e dialogo saranno dunque le parole d'ordine di questo ultimo discorso. Un discorso che, con tutta probabilità, traccerà anche un bilancio di questi sette anni al Quirinale. Un settennato che Ciampi conclude con il rammarico, già espresso nel discorso alle alte cariche dello Stato, di non essere sempre stato ascoltato. Un ultimo pensiero, infine, il Capo dello Stato lo dedicherà presumibilmente alle Forze Armate italiane che stanno ancora espletando la loro missione nel mondo. Tre anni fa, mentre soffiava minaccioso il vento della guerra in Iraq, Ciampi rileggendo l'articolo 11 della Costituzione, ricordò che i nostri militari stavano portando nel mondo la pace. Oggi, dopo tre anni, è ancora viva la memoria dei nostri caduti. Ultimo in ordine di tempo, Nicola Calipari, il funzionario del Sismi morto quest'anno nell'operazione che portò alla liberazione della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena rapita in Iraq. È a lui che il Presidente della Repubblica dedicherà un pensiero speciale, in questo suo ultimo discorso di fine anno.

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