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I tagli colpiscono anche la Croce rossa

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Per finanziare l'operazione Irap tolti ai ministeri 120 milioni. Ma la batosta sarà nel 2006

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E persino alla lotta all'Aids tra i carcerati. E poi sforbiciatine anche al fondo unico dello spettacolo, quello che serve a finanziare soprattutto i film. E drastica riduzione anche dei fondi per l'editoria, quello che serve ad aiutare soprattutto i giornali. E in generale ci saranno molti meno soldi per le associazioni, gli enti, gli istituti che sono finanziati dai vari dicasteri: a tutti infatti sono stati ridotti i fondi per distribuire le briciole di Stato. Certo, si tratta di poca roba perché le batoste maggiori sono in arrivo per l'agenzia delle entrate. Sono questi gli effetti del decreto sull'Irap approvato il 17 giugno dal consiglio dei ministri e appena spedito al senato per la conversione in legge. Il provvedimento procede con tagli ai ministeri per circa 500 milioni di euro in tre anni: i primi centoventi verranno ridotti già a partire dall'anno in corso, altri 242 nel 2006 e altri 122 nel 2007. Economia. I maggiori tagli il ministro dell'Economia Siniscalco l'ha operato proprio al suo dicastero (anche perché è quello che ne gestisce di più). In particolare saranno tolti 35 milioni all'agenzia delle entrate (altri 71 l'anno prossimo e altri 35 nel successivo anno). Via anche 7,78 milioni all'agenzia delle dogane e quasi dieci al fondo di riserva. Mentre un ulteriore drastica riduzione riguarda il fondo per l'editoria a cui sono stati tolti altri sei milioni di euro. Esteri. Sono quasi nove i milioni di cui dovrà fare a meno il titolare del dicastero, Gianfranco Fini, per il 2005. Nel 2006 saliranno a quasi 19 e nel 2007 ne andranno via altri 9. Praticamente la sforbiciata riguarda solo gli stanziamenti ai paesi in via di sviluppo, per i quali, proprio di recente, il G8 aveva deciso un ingente aiuto (attraverso la riduzione del debito). Attività produttive. Sarà tutto concentrato alla voce export. L'ambasciatore Umberto Vattani, che nonostante le polemiche tra poco andrà a presiedere l'Ice, si troverà qualche milioncino in meno. Nel 2005 ci saranno un milione e mezzo in meno per le spese di funzionamento dell'istituto per il commercio estero, e un altro milione per il fondo destinato alle attività dell'ente. Altre piccole riduzioni riguardano le somme da erogare per l'Antitrust (340mila euro in meno), per l'Ente nazionale del Turismo (Enit, meno 340mila euro) e in generale il ministro Scajola avrà 450mila euro in meno da distribuire a enti, istituti, associazioni, fondazioni. Ambiente. Addio a 2,34 milioni di euro. Saranno prelevati dal fondo per sostenere le associazioni e da quello che finanzia l'agenzia per la protezione dell'ambiente. Anche Altero Matteoli sarà costretto a stringere i cordoni della borsa. Infrastrutture. Un milione in meno si troverà invece Pietro Lunardi. E quasi tutto sarà prelevato dal finanziamento dell'Enac, l'ente nazionale di aviazione civile. Politiche agricole. A Gianni Alemanno è stato tolto un milione e mezzo di euro. La quota maggiore sarà finanziata con un taglio al consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura, che si troverà 1,17 milioni in meno per la propria attività. Spariranno anche 270mila euro destinati all'attuazione del piano nazionale per la pesca. Beni Culturali. Una brutta botta attende Rocco Buttiglione, da poco nominato ministro. Al suo dicastero sono stati sottratti oltre sei milioni di euro. La scure dei tagli questa volta si è concentrata in particolare sul famoso (famigerato? fatidico?) Fus, il fondo unico dello spettacolo. Si tratta di un capitolo di spesa che finanzia in modo particolare film, ma anche spettacoli teatrali e musicali. È stato spesso oggetto, soprattutto in passato, di polemiche sul suo utilizzo. Per quest'anno il fondo sarà ridotto di quasi cinque milioni e mezzo. Anche se la botta maggiore sarà per l'anno prossimo, quando i milioni in meno saranno undici e mezzo. Tra l'altro il Fus era già stato drasticamente ridotto in altre circostanze, tra manovre, manovrine e finanziarie di vario tipo. Giustizia. la mannaia dell'Economia ha risparmiato, almeno questa volta, il gua

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