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I magistrati scioperano e il ministro chiede i nomi per le trattenute

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E ieri il ministro ha comunicato che ha chiesto i nomi di chi si asterrà dal lavoro «non per fare liste di proscrizione», ha detto, ma per poter trattenere la giornata di stipendio. In vista della protesta di martedì, l'Associazione nazionale magistrati ha preparato un manifesto, da ieri affisso in tutti gli uffici giudiziari, perché «i cittadini devono sapere». Si spiegano le «colpe» del ministro Castelli: se la giustizia è «lenta e inadeguata», occorre «riorganizzarla e darle risorse necessarie per funzionare: questo è ciò che il ministro della Giustizia dovrebbe fare e non ha fatto», denuncia l'Anm. Quanto alla riforma proposta non solo «non serve alla giustizia» ma, per l'Anm, «condiziona l'indipendenza dei magistrati». «L'idea di fondo - si legge nel manifesto - è isolare il pm separandone la carriera da quella dei giudici, allontanandolo da una cultura della giurisdizione condivisa. I pm saranno inseriti in una struttura rigidamente gerarchica e l'attività di quelli "troppo intraprendenti" potrà essere bloccata dall'alto». Non piace nemmeno l'offerta di «incentivi economici ai magistrati che "fanno carriera"». «Questo vuol dire - spiega l'Anm - preparare continuamente esami per sostenere una serie di assurdi concorsi, sottraendo tempo ed energie all'amministrazione quotidiana della giustizia. Vuol dire che i magistrati saranno motivati ad andare il prima possibile in Corte d'appello o in Cassazione, e ad evitare le sedi "difficili" o quelle dove il carico di lavoro è superiore. Vuol dire, infine, che sarà difficile trovare magistrati qualificati ed esperti per le funzioni di primo grado: giudice del tribunale, pm, giudice minorile, giudice del lavoro». L'Anm è convinta anche che la riforma produrrà «un danno oggettivo per tutti i cittadini»: «Si diminuisce l'efficienza e si peggiorano i tempi della giustizia». «La legge è uguale per tutti», ricorda il "sindacato delle toghe" sul manifesto: questo «significa che i magistrati devono poter decidere sempre in modo autonomo da ogni potere politico o economico. Con la rigida gerarchia interna e con lo svuotamento del ruolo di garanzia del Csm ogni magistrato si ritroverà meno indipendente e meno libero nel momento di decidere, più esposto a influenze esterne e a possibili pressioni». Intanto, il ministro Castelli, comunica: «Ho chiesto i nomi di chi sciopererà, ma non per fare una lista di proscrizione». Bensì, aggiunge, è una decisione ispirata da «senso di giustizia», ha spiegato il ministro: «È giusto che chi sciopera non percepisca l'emolumento di quel giorno». Quanto allo sciopero, il Guardasigilli è convinto che non porterà a nessun risultato ed auspica che i magistrati ricorrano «ad altre forme di protesta» per evitare eccessivi disagi ai cittadini.

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