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Pioggia d'euro ai partiti, ecco 153 milioni Nel Listone si candida un Prodi, ma non è quello vero. La Sicilia spacca i Ds, protesta della sinistra

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Su tutti i partiti. Si tratta del contributo per il rimborso elettorale, in pratica il vecchio finanziamento pubblico ai partiti seppellito sotto i colpi del referendum e riemerso sotto altre forme. Quest'anno, in virtù della campagna elettorale per le Europee, è stato stabilito che l'assegno sarà un po' più pesante e toccherà la cifra di 153 milioni di euro (153.089.621,44 euro, per la precisione). Il finanziamento è stato incrementato nel 2002, con un accordo super-bipartisan come mai accaduto in tutta la legislatura: con l'intesa cioè di tutti i partiti. La leggina (si trattava di un emendamento a un provvedimento in discussione) prevedeva un incremento sostanzioso al finanziamento pubblico ai partiti, ampliando anche la platea dei beneficiari. Fino a due anni fa era previsto un finanziamento di quattromila lire per ogni elettore, da dividere proporzione ai consensi ottenuti dai partiti, purché essi avessero superato il tetto del 4% o avessero almeno un parlamentare eletto. Con la modifica del 2002 il contributo ora ammonta a un euro per ciascun elettore, ma il Fondo totale viene ripartito non una volta sola a legislatura, ma ciascun anno. Quindi in una legislatura è prevista una rata di 5 euro ad elettore, ammontante a circa 10.000 lire. Più che raddoppiato il fondo precedente. Un'altra novità è stata il fatto che accedono al finanziamento pubblico tutti i partiti che hanno raggiunto almeno l'1%. Basta arrivare a quella soglia per vedersi assegnato il contributo. Ed è proprio a quella cifra che punta per esempio Alessandra Mussolini che, superando quella soglia avrebbe buone speranze di tenere in vita la sua Alternativa sociale. Caso Sicilia scalda i Ds. Era il grosso nodo da sciogliere, vista la spaccatura nella Quercia sul nome di Vladimiro Crisafulli, rimasto escluso dopo una votazione di stretta misura (50 voti a 45) nella direzione regionale del partito che ha lasciato non pochi strascichi polemici. Crisafulli era stato coinvolto (poi il caso è stato archiviato) in un'inchiesta sulla mafia. Aveva anche pagato un contributo al partito tre mesi fa. Si candida Bruno Marziano al suo posto, con la benedizione di Fassino. Sinistra protesta. No della sinistra Ds alle candidature perché le considera «deboli». «La composizione delle candidature - ha spiegato Pettinari - è sproporzionata in negativo rispetto al ventilato grande progetto del partito riformista. È una lista Prodi senza Prodi, è una lista senza i segretari, quindi debole». C'è Prodi, ma non quello vero. Nella Lista compare un candidato che porta il nome del Professore, ma non è il presidente della Commissione Ue bensì il fratello, Vittorio Prodi. Nemici di Berlusconi. Al fianco del Professore compaiono anche due ex amici del Cavaliere: Vittorio Dotti, già capogruppo di Fi alla Camera nel 1994, e Marco Formentini, ex sindaco leghista di Milano. Le donne al Centro. Nella circoscrizione dell'Italia centrale, il Listone sarà guidato da un trio di donne: La testa di lista nella circoscrizione Centro è composta da: Lilli Gruber, giornalista Tg1, Pasqualina Napoletano, eurodeputata Ds, e Luciana Sbarbati, leader dei Repubblicani europei. Seguono: Lapo Pistelli deputato della Margherita; Rapisardo Antonucci dello Sdi; il parlamentare Fabio Ciani; Valeria Gangemi, imprenditrice; il sindaco di Pesaro Oriano Giovannelli; il sindaco di Castagneto Carducci, Monica Giustini; il sindaco di Todi, Catiuscia Marini; Loretta Mercanti, insegnante; Azzurra Munno, insegnante; Guido Sacconi, eurodeputato; Massimo Toschi, e il segretario della Federazione romana dei Ds, Nicola Zingaretti.

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