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«Accetto i suoi giudizi passionali» «Da sabato prossimo dirò sempre che giocheremo come vuole lui»

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Il presidente del Consiglio, come tutti gli 80 mila presenti a San Siro, ha visto un Milan dai due volti: inefficace e lezioso nel primo tempo, con Sheva unica punta, spietato a rimontare due gol in poco più di un minuto e a vincere poi nel finale imponendosi nettamente su avversari che avevano dato fondo a tutte le energie fisiche e nervose. Tutto però è avvenuto dopo la correzione nell'intervallo con Tomasson seconda punta al posto di Rui Costa. «Il presidente - dice Ancelotti sorridendo e buttandola sullo scherzo - ha espresso il suo pensiero. Ha fatto una disquisizione tecnica sulla squadra, non solo su questa partita. Dobbiamo accettarlo perché è il presidente e perché ha tanta passione». «Nel Milan - aggiunge Carletto - per quel che mi ricordo, c'era, all'epoca di Sacchi, questo tipo di confronto tra il presidente e l'allenatore. Adesso magari per gli impegni del presidente è un confronto più raro, ma comunque ben venga. Ci sono momenti nei quali conviene giocare con una punta e avere più possesso di palla e momenti nei quali convengono le due punte per avere più incisività». Ma adesso il modulo a una punta è stato praticamente vietato, gli fanno notare. «Vorrà dire - risponde, sempre scherzando, Ancelotti - che al sabato alla conferenza stampa dico sempre che si gioca con due...». Sull'impresa del Milan il tecnico rossonero dice che «è successo qualcosa che non sempre nel calcio succede. Quest' anno c'è la condizione di poterlo fare. È andato tutto nel verso giusto nel secondo tempo, così come tutto era girato a rovescio nel primo. Comunque siamo stati bravi: il Milan è stato paziente anche sotto di 2-0, non abbiamo avuto frenesia, cercando il gol nel modo più conveniente, oggi con i tiri da fuori, che sono una componente importante delle nostra caratteristiche».

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