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Il verde Cento l'ha passata in bianco. Giulietti «fregato» dai colleghi. Bianco ha declamato dei versi

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La notte dell'ostruzionismo è passata così, a Montecitorio, dove l'opposizione ha organizzato una maratona oratoria contro il decreto salvareti. L'organizzazione della nottata è partita già poco prima di cena. Dita incrociate, i deputati del centro sinistra hanno appreso dalla scaletta degli interventi, che circolava in Transatlantico, l'orario del proprio intervento. Esultavano gli oratori finiti nei primi turni: una puntatina a casa, una cena più lunga del solito, i cinque minuti di intervento e poi a dormire. Funeree le facce dei parlamentari che dovevano parlare in piena notte. Qualcuno ha optato per improbabili sveglie in piena notte, poi parlare in aula, e tornare a dormire. Altri, come il verde Paolo Cento, hanno osato: notte in bianco. «C'è stata una riunione finita tardi, poi una doccia e sono tornato alla Camera. Ho parlato e sono rimasto sveglio tutta la notte», spiega Cento. La Camera, certo non gremita, era comunque vissuta. La buvette ha risposto alla prova: molti caffè, panini e soprattutto dolci e frutta, forse per compensare inevitabili cali di zuccheri. Numeri alla mano, sono intervenuti circa 140 deputati. Molti dei quali davanti agli occhi del ministro Gasparri e dello stesso presidente della Camera. Casini ha di molto aumentato la stima di cui già gode tra i parlamentari, quando, alle sei del mattino, ha disposto una sospensione «tecnica» di venti minuti. Intanto, ogni oratore ha fatto del suo meglio per restare lucido e farsi trovare pronto all'intervento. Qualcuno, come Giuseppe Giulietti dei Ds, è pure rimasto «fregato» dall'efficenza ostruzionistica dell'opposizione: «Dovevo intervenire alle due del mattino, anche in base a un calcolo che teneva conto del fatto che molti colleghi non ce l'avrebbero fatta a tornare. E invece sono tornati tutti, e io sono scalato alle sette di stamattina. Ho dormito solo un'ora». La notte, poi, si è fatta piccola anche nel Palazzo. Anche il rigido cerimoniale della Camera ha un pò mollato, e qualcuno ha fatto capolino con caffè in mano in Transatlantico, dove è vietato portare generi alimentari. Il tocco che ha animato la nottata è stato, comunque, quello di Gerardo Bianco (nella foto), che è intervenuto in versi: «Ecco apparir il Cavalier si vede/sulla Gasparri al fin egli si siede/al popolo promette mari e monti/a fregarlo ci pensa poi Tremonti/se poi i conti non tornano mai/è inutile alzare alti lai/la colpa è sempre di qualcuno/ la Cina, il buco e l'euro importuno/che importa aver del popolo cura/se poi il governo comunque dura/incassa condoni, frequenze e Tv/non c'è da chiedere molto di più/così van le cose in questo Paese/e la gente non riesce a raggiungere il fine mese/». Gasparri, chiamato in questa insolita notta a fare anche a critico letterario, lo ha bocciato: «Ho sentito poesie migliori». Ma, evidentemente, la notte ispira. Forse stimolato dal collega Bianco, Giorgio Panattoni (Ds) si è presentato in aula decantando una canzone di Dario Fo. Antonio Leone, vice capogruppo di Forza Italia, gli ha chiesto anche la musica. E Panattoni, terminato il suo intervento e raggiunto il collega, lo ha accontentato. Intanto la notte era quasi passata, a Montecitorio sono arrivate forze fresche. Tra l'opposizione c'è soddisfazione per l'esito della notte dell'ostruzionismo. Ma qualche parlamentare, con le occhiaie un pò più pronunciate di altri, non accoglie con uguale soddisfazione politica e fisica le parole di Luciano Violante: «Si può andare avanti fino a venerdì».

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