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«Piaccia o non piaccia» l'associazione raduna il 95% per cento delle toghe italiane. Mani pulite: vi furono eccessi ma fu un doveroso intervento repressivo

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Attacchi venuti «non genericamente da parte della politica, ma da alcuni esponenti politici ed istituzionali». È un'offensiva contro «la giurisdizione e dunque contro il sistema di tutela dei diritti dei cittadini». Così Edmondo Bruti Liberati apre ieri il congresso dell'Anm davanti al presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, seduto in prima fila al Teatro La Fenice di Venezia. Il presidente dell'Anm respinge l'accusa rivolta ai magistrati di aver scelto lo scontro con governo e maggioranza. «Non abbiamo mai, mai accettato di scendere sul terreno dello scontro. I magistrati, giudici e pm, hanno silenziosamente svolto il loro compito. Hanno avuto l'ardire, questo sì - rivendica - di applicare la legge, di portare avanti e concludere i processi». Negativo il giudizio sull'azione del governo per l'efficienza della giustizia e la durata eccessiva dei processi. «Nulla o quasi è stato fatto - afferma Bruti - Quel poco e quello che viene proposto va in direzione opposta a quella che sarebbe necessaria». Senza mai pronunciare la parola «sciopero», Bruti conferma la bocciatura del ddl del governo di riforma della giustizia ora all'esame della Camera. «Non una "riforma epocale" rispetto all'ordinamento fascista, come dice il ministro della Giustizia, ma un mero ritorno al passato. Quindi, ricordato che i magistrati sono «soggetti alla legge e solo alla legge», che la loro indipendenza «è garanzia essenziale, non per i magistrati, ma per la tutela dei diritti dei cittadini», affermato che «siamo aperti ed attenti a recepire ogni critica» Bruti Liberati ringraziato il presidente della Repubblica, «per la costante attenzione e la convinta difesa dei principi costituzionali sul ruolo della magistratura che ci ha confortato in momenti difficili». Il «cuore» della relazione di Bruti è la difesa dei magistrati dagli attacchi politici. «Alcuni magistrati, che abbiamo l'onore di avere oggi qui con noi - dice - sono stati chiamati per nome e additati al pubblico disprezzo, tanti e tanti altri magistrati noti e meno noti, amministrando giustizia spesso in situazioni di grande difficoltà, si misurano ogni giorno con gli effetti perversi di questa campagna di delegittimazione». «L'attacco diretto ai magistrati e alle decisioni da loro emesse - continua - è un attacco alla giurisdizione e dunque al sistema di tutela dei diritti dei cittadini. Operare deliberatamente per minare la fiducia dei cittadini nei loro magistrati mette in crisi uno dei fondamenti della convivenza civile. Tutto ciò è avvenuto e continua ad avvenire; noi non cessiamo di auspicare, di sperare, nell'interesse generale, che si verifichi un mutamento». Quindi sottolinea che «all'Anm è iscritto circa il 95% dei magistrati in servizio» e che «piaccia o non piaccia, e non sembri iattanza sottolinearlo, l'Anm, quale libera associazione con la sua dirigenza democraticamente espressa, è la magistratura italiana». Quanto a Mani pulite, «vi sono stati, certo, eccessi, errori, protagonismi, dolorose e tragiche vicende personali. Ma la storia di Mani pulite non è la storia di eccessi e di errori. Al contrario, è la storia del doveroso intervento repressivo penale di fronte ad un vero e proprio sistema di corruzione, ad una devastazione della legalità».

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