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Torna l'amore per i Bot tassi sotto l'inflazione ma i rischi sono zero

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Nonostante i bassi rendimenti, che fra l'altro continuano a scendere, i Bot semestrali ed i Ctz biennali collocati ieri dal Tesoro a grandissima richiesta forniscono quelle garanzie di sicurezza e stabilità che, di questi tempi, nessuno strumento finanziario sembra in grado di offrire. Prodotti che sono poi a breve scadenza e che quindi consentono una corretta valutazione del mercato, dei suoi flussi e dei suoi movimenti. Tutto questo, spiegano gli addetti ai lavori, pur garantendo tassi di rendimento netti ben al di sotto dell'inflazione. La conferma di questo trend arriva dai dati diffusi della Banca d'Italia: i rendimenti sono tornati sotto la soglia del 2% per i Bot semestrali, in calo per la terza asta consecutiva. Ma a spiccare sono le richieste di sottoscrizione, risultate più che doppie rispetto al già elevato ammontare offerto: 17.735,6 milioni contro 8.750 milioni (il tasso di copertura, o cover-ratio in termini tecnici, è stato di 2,03). In pratica nelle tasche dei risparmiatori, i rendimenti netti dei semestrali toccano il secondo livello più basso di sempre, e cioè l'1,33%. Non va meglio, dal lato dei rendimenti incassati, a chi ha scelto i Ctz biennali: il tasso lordo all'emissione è sceso oggi al 2,21%, il livello più basso da luglio 2003, facendo così scivolare all'1,90% il guadagno al netto delle commissione netto all'1,90%. Anche qui le richieste hanno doppiato l'importo offerto dal Tesoro: 4.568,9 milioni di euro contro 2.000. Sia i Bot semestrali che i Ctz biennali, sono quindi ben al di sotto del tasso di inflazione, che nel 2003 si è attestato al 2,7%. Ma questo non frena la corsa all'acquisto dei risparmiatori e delle banche. «Da parte dei risparmiatori c'è un ritorno ai Bot - spiega il capo dell'obbligazionario di Albertini Sgr, Angelo Drusiani - C'è una forte richiesta perchè i Bot sono sicuri mentre i crac che si sono succeduti hanno minato la fiducia».

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