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La Consulta rinvia a oggi la decisione sul Lodo Schifani

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I giudici della Consulta, ieri dopo due ore di camera di Consiglio, hanno deciso di riaggiornarsi a questa mattina per decidere sulla legittimità o meno della legge che sospende i processi nei confronti delle cinque più alte cariche dello Stato per tutta la durata del loro mandato. La sospensione sarebbe stata decisa per dare modo di meditare: una pausa di dodici ore che potrebbe servire a spostare voti da uno schieramento all'altro. Al momento, infatti, le ipotesi su cui starebbero lavorando i giudici costituzionali sono due: dichiarare illegittimo il lodo Schifani perché per modificare le prerogative delle cinque alte cariche dello Stato sarebbe stata necessaria una legge costituzionale e non ordinaria; oppure votare una sentenza di illegittimità parziale della norma. La prima ipotesi (che avrebbe come effetto immediato la cancellazione della legge e la ripresa del processo stralcio-Sme in cui è imputato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, anche se di fronte a un nuovo collegio rispetto a quello che ha giudicato Cesare Previti) sarebbe stata sostenuta sabato scorso al giudice relatore Francesco Amirante e avrebbe trovato concorde la maggioranza dei giudici, anche se con uno scarto minimo. Sull'altro versante starebbero lavorando lo schieramento di giudici di nomina parlamentare appoggiati dal centro-destra. Quella dell'illegittimità parziale sarebbe una soluzione più «morbida» ma va approfondita e studiata. Difatti, in un primo momento si pensava di prospettare l'illegittimità parziale attraverso cosiddetta sentenza additiva, vale a dire dichiarare incostituzionale il Lodo Schifani nella parte in cui non prevede un limite temporale nella sospensione dei processi nei confronti delle cinque alte cariche dello Stato; limite temporale che potrebbe essere, ad esempio, di un mandato. Ma nelle ultime ore questo secondo schieramento di giudici starebbe lavorando non tanto per una sentenza additiva, quanto per una illegittimità parziale di principio: in questo modo il Lodo Schifani verrebbe dichiarato illegittimo laddove non prevede un termine finale della sospensione dei processi. Allora il Parlamento dovrebbe fissare il limite temporale anche con legge ordinaria. Il fatto che i giudici della Consulta si siano dati appuntamento oggi sembrerebbe comunque indicativo della volontà di decidere prima del 23 gennaio, giorno in cui termina il mandato alla Consulta del presidente della Corte Riccardo Chieppa. In questo modo verrebbe scongiurata l'ipotesi di un «rinvio a nuovo ruolo»: significherebbe ricominciare daccapo e sentenziare a data da destinarsi. La Consulta deve rendere nota anche la decisione sul referendum abrogativo del Lodo Schifani promosso da Antonio Di Pietro. Una decisione formale non è stata adottata, anche se l'orientamento restasse quello dell'ammissibilità: spetterebbe alla Cassazione l'ultima parola.

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