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«Pochi miracoli ma l'Italia va»

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Berlusconi: «Nel governo eventuali rafforzamenti senza rimpasto Più posti di lavoro, più sicurezza e spero in un panorama migliore»

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Vedete? Ho un po' di borse sotto gli occhi ma per il resto sto una meraviglia: scoppio di salute». Silvio Berlusconi scherza con i giornalisti davanti al buffet organizzato al termine della conferenza stampa di fine anno a Villa Madama. La mano in tasca, l'altra a gesticolare, una parolina per tutti, una battuta a ciascuno, una barzelletta solo per pochi. Ricorda una scenetta andata in onda nella trasmissione di Fabio Fazio e dice: «Ecco, quella mi ha fatto ridere. Prendeva in giro il governo, ma non c'era l'invettiva. Quella no, è insopportabile». Il premier ci tiene a vedere i giornalisti, chiacchiera con tutti al termine della conferenza che serve a fare un po' il bilancio dell'anno e a rilanciare l'immagine del governo. Che comincia con un sondaggio: «Noi in calo? Macché, abbiamo vinto le elezioni con il 49,6% e oggi veniamo accreditati al 48,3%. L'Ulivo è al 40 e con Rifondazione arriva al 47. Siamo ancora in vantaggio, ma il centrosinistra non farà mai l'accordo con Bertinotti e quindi siamo in vantaggio di oltre otto punti». Il consenso non cala perché «sul programma abbiamo mantenuto le promesse, anzi siamo in anticipo», spiega il premier. Sulla sicurezza «c'è stata una forte diminuzione dei furti negli appartamenti (-18%), delle rapine (-23%) sono diminuiti gli omidici commessi nel corso di azioni criminose (-64%), e ci sono stati 300 arresti nell'ambito della criminalità organizzata. Ci sono stati evidenti miglioramenti grazie anche all'introduzione del poliziotto e del carabiniere di quartiere». Sul lavoro, il discorso non cambia: «Abbiamo creato 700mila posti di lavoro ai quali vanno aggiunti anche i quasi 700mila immigrati che sono stati regolarizzati con contratti di lavoro, quindi siamo quasi a un milione e mezzo. La disoccupazione è scesa all'8,5%, la più bassa degli ultimi anni, e nel Sud è scesa dal 21 al 16%». Anche per le tasse c'è da cantare vittoria: «La pressione fiscale sulle famiglie italiane è diminuita del 7,5%». «Le famiglie che guadagnano meno - continua - addirittura sono state esentate dal pagamento delle tasse. Ci sono state riduzioni di tutta la pressione fiscale, passata dal 42,4% a qualcosa di più del 41%. Quindi c'è stato un 3,5% di riduzione globale. E questo credo sia un fatto molto positivo». Per concludere con un «la "famiglia Italia" può essere ottimista». Fine delle felici note del Cavaliere. Il resto della conferenza stampa è laconico. Tanto che si conclude con un augurio: «Speriamo che il prossimo anno ci sia un panorama mondiale più sereno ed un panorama interno più positivo». In mezzo ci sono due ore durante le quali il Cavaliere si sofferma molto sull'attualità. Si parte dal rimpasto anche se il presidente del Consiglio detesta questa parola: «Se ci saranno nuovi apporti, saranno i bene accetti. Insomma, sono possibili eventuali rafforzamenti» della squadra di governo. «Qualcuno forse è rimasto deluso dal Berlusconi imprenditore, fulmine di guerra che poteva portare il suo metodo in politica - prosegue il premier - Ma non si può fare così semplicemente: bisogna fare i conti con gli alleati e con l'architettura istituzionale che abbiamo ricevuto dal passato e che dobbiamo cambiare». Una modifica che gli sta particolarmente a cuore è quella relativa alla Finanziaria: «Non si può fare così, deve essere inemendabile. Un solo voto, o va bene o il governo va a casa». Partono stilettate agli alleati. A partire dalle europee e dalla lista unica. Berlusconi ha archiviato l'ipotesi, Casini l'ha riaperta. E ora? «Forza Italia - è la replica del Cavaliere - aveva fatto questa offerta agli alleati molti mesi fa, alleati che ritenendo di dover affermare la loro identità (posizione comprensibile) non hanno aderito finora a questa richiesta e quindi in Forza Italia si è formato il convincimento che a questo punto correrà da sola con il proprio simbolo. Credo che finirà così. Ma se gli alleati avranno un'offerta da farci esaminare la valuteremo». E sempre rivolto all'Udc, a chi ha perplessità a r

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