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Pensioni, An e Udc contrarie al voto di fiducia sulla riforma

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Questo il parere del sottosegretario al Welfare Nicola Viespoli (An), secondo il quale «la ripresa del dialogo deve essere avviata al più alto livello possibile, l'iniziativa deve essere di Palazzo Chigi». Il ministro Maroni sarà ascoltato giovedì 27 novembre dalla commissione Lavoro del Senato sull'emendamento alla delega previdenziale. Questa non riprenderà il suo cammino parlamentare la prossima settimana, come auspicato dallo stesso ministro, ma quella successiva. I tempi per l'approvazione entro l'anno, dunque, si stringono ma sull'ipotesi del voto di fiducia, non negata dal ministro Maroni, crescono le resistenze di An e Udc. «Per avviare un dialogo bisogna essere in due e il Governo ha il dovere di decidere, individuando gli strumenti più adatti per esprimere la propria decisione. Spero - aggiunge Viespoli riferendosi al voto di fiducia - che non si utilizzi per questo problema». Il dialogo, aggiunge, potrebbe partire da aspetti concreti, come «la previdenza integrativa. Questo elemento, insieme agli incentivi e alla prosecuzione delle pensioni d'anzianità di fatto fino al 2015 potrebbero costituire un mix in base al quale recuperare il dialogo sociale». Dello stesso parere il presidente della commissione Lavoro del Senato Tomaso Zanoletti (Udc). «Per fare bene è necessario riprendere il dialogo. Parlare di fiducia - aggiunge il senatore - è prematuro. Il Governo ci pensi bene. E se anche gli incentivi dovessero slittare di qualche settimana all'inizio del prossimo anno, non credo che sia così grave».

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