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Scandalo Eurostat: oggi la «verità» di Prodi

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E sale la tensione nell'aula di Strasburgo che oggi a porte chiuse ascolterà il presidente della Commissione Ue Romano Prodi sullo scandalo Eurostat, sotto accusa per presunte irregolarità per almeno 900 mila euro. Prodi dovrebbe negare ogni coinvolgimento della commissione e dei suoi collaboratori in questa vicenda. Il presidente della Commissione Ue, hanno riferito fonti a lui vicine, «giudicherà solo sui fatti e sulla interpretazione politica di questi fatti». E non offrirà le dimissioni di nessuno «anche perchè nessuno le sta chiedendo». Il suo compito, hanno affermato le stesse fonti, è solo di fare chiarezza su quello che è successo e sulle possibili responsabilità politiche perchè «vuole un confronto serio con il Parlamento». Ieri sera Prodi ai membri della Conferenza dei Capigruppo dell'Europarlamento e della commissione per il controllo finanziario che lo ascolteranno oggi ha consegnato i rapporti sulle indagini sulla vicenda Eurostat. I documenti, per evitare delle fughe di notizie, potranno essere visionati ma non fotocopiati. Stando alle indiscrezioni questi rapporti escluderebbero il coinvolgimento diretto o indiretto di alcuni commissari Ue, che avrebbe portato la Commissione Prodi sull'orlo di una crisi a pochi giorni dall'avvio della Conferenza di Roma sulla Costituzione ed a pochi mesi dall'inizio della campagna elettorale per le elezioni europee del giugno 2004. I commissari più esposti sul caso Eurostat sono tre: la tedesca Michaele Schreyer (Verde), responsabile del bilancio; l'inglese Neil Kinnock (laburista), responsabile delle riforme istituzionali; lo spagnolo Pedro Solbes (socialista), responsabile degli affari monetari ed economici. Gli altri rapporti consegnati sono quello del servizio di revisione interna (Internal audit service) compilato sulla base dei rapporti di revisione interna compiute dalle varie direzioni generali e quello della task force istituita appositamente per valutare i sistemi finanziari e di vendita usati da Eurostat. La vicenda è iniziata nel 1999: un rapporto interno di Eurostat segnalò delle anomalie nei conti riguardanti i contratti di appalto con alcune società esterne. Di qui il buco. E. S.

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