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di GIULIA CERASOLI L'UDC presenta un altro emendamento sulla «torta pubblicitaria» e parla ...

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La legge Gasparri torna oggi in Parlamento, anzi, in Commissione Trasporti, mentre il 18 approderà in Aula per la relazione e l'inizio del dibattito conclusivo, che si annuncia molto vivace, viste le ultime polemiche. Paolo Romani (Fi), presidente della Commissione, però esclude uno slittamento del ddl a fine anno. Che cosa succederà oggi? «Si voterà su tutti gli emendamenti di merito, circa una cinquantina, e poi, dopo cinque audizioni, il ddl approderà finalmente in Aula per il dibattito». Gianni dell'Udc propone di equiparare le telepromozioni agli spot pubblicitari nel computo dei limiti dell'affollamento orario: come voterete voi di Forza Italia? «Siamo decisi a respingere tutti gli emendamenti, anche quest'ultimo, per tornare al testo della legge licenziato dal Senato». Cioè una legge con una sola modifica centrale sulla scadenza dell'attuale Cda stabilita al 28 febbraio 2004». Data di approvazione del ddl? «Dopo la relazione, il presidente della Camera aggiornerà la seduta al 24 di settembre, ma in pratica si arriverà all'approvazione nella prima settimana di ottobre, il 2 0 il 3». Parliamo degli scogli da superare. C'è l'eventualità di un intervento della Ue? «Non ci sembra vi siano contraddizioni con la normativa Ue. Cheli, in fondo, ci ha solo chiesto una verifica. Tesauro, invece, contesta il Sic in particolare sul tetto antitrust del 20%, cioè un quinto delle risorse, ma tutto ciò è in linea perfetta con le normative europee». Qual è allora il vero problema? «Alla sinistra dà fastidio il fatto che si sia trovato il sistema di salvare Retequattro (e non mandarlo sul satellite), ma non capisce che la stessa norma ridurrebbe RaiTre senza pubblicità. La Rai perderebbe 3mila miliardi di vecchie lire. La fretta che ha di varare il digitale si deve leggere non solo in vista di un arricchimento tecnologico, ma anche come salvataggio di RaiTre. Il digitale incrementerà anche il pluralismo, moltiplicando i canali. Rai e Mediaset infatti, così come sono, davanti al colosso di Murdoch, (30 mila miliardi di lire di fatturato), restano dei topolini». Che cosa teme l'Annunziata? «Ha paura che non ci sia il supporto legislativo a sostenere ciò che sta facendo su ordine della Consulta. Invece, noi siamo intenzionati a varare la legge entro i primi di ottobre». E appena varata, il presidente si dimetterà... «Avremmo preferito che arrivassero tutti a fine mendato. Comunque, non è detto che il cuore di questa amministrazione non debba continuare il suo lavoro anche dopo febbraio». Allude a Cattaneo? «Il direttore generale sta lavorando molto e bene. E anche il CdA. Spero che siano in molti a rimanere, insieme ad altri che si aggiungeranno».

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