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INCONCILIABILI le posizioni dell'Udc e di Tremonti sulla riforma delle pensioni e sulle scelte da farsi in finanziaria.

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La riunione di ieri per definire riforme e finanziaria è infatti stata disertata dalla delegazione dell'Udc, guidata da Buttiglione, che non si è presentata. Il ministro delle Politiche comunitarie, anzi in un'intervista radiofonica ha detto che la maggioranza è alla ricerca di un «utile punto di convergenza» su pensioni e finanziaria «ma attenzione, stiamo parlando troppo di pensioni, dobbiamo parlare di sviluppo». I centristi della Cdl vogliono che la manovra economica presti un'attenzione particolare per lo sviluppo del Sud, tanto che domenica a Fiuggi Follini ha fatto a Tremonti una richiesta esplicita su questo. Dato che la determinazione del ministro dell'Economia sulla riforma pensionistica, che se efficace consentirebbe di liberare risorse, si sarebbe sfumata negli ultimi giorni, l'Udc, anche di fronte alla notizia che sull'argomento c'era stato l'altro ieri un incontro Maroni-Bossi-Tremonti, si è irrigidita e Buttiglione non è andato alla riunione di ieri rendendola praticamente inutile. In questa situazione An si copre le spalle. La delegazione del partito di Fini, condotta da Alemanno con Baldassarri, poco dopo il vertice snobbato dall'Udc, ha diffuso un comunicato nel quale si osserva che l'incontro «non ha registrato progressi nella definizione della manovra finanziaria e delle riforme strutturali. Tutte le scelte essenziali sono rinviate al vertice che si terrà domani (cioè oggi n.d.r.) tra i leader della maggioranza». Nella nota si sottolinea che l'assenza della delegazione dell'Udc «ha limitato l'agenda dei lavori ad una serie di verifiche tecniche» e che comunque «gli elementi forniti dal ministro dell'Economia non sono ancora sufficienti a delineare il quadro complessivo della situazione, sia sul versante delle risorse da reperire, che su quello dei possibili impieghi per rilanciare lo sviluppo e garantire la coesione sociale». An precisa quindi che la riforma delle pensioni «non deve servire a fare cassa, ma piuttosto a garantire un intervento strutturale per mantenere in equilibrio la nostra spesa sociale, rendere sostenibile l'andamento del debito nel lungo periodo e nel contempo far decollare la previdenza integrativa». Finisce oggi quindi calda calda sul tavolo del presidente del consiglio tutta la problematica delle misure della manovra 2004 e degli interventi in materia previdenziale. I centristi si attendono che il premier ribadisca il rispetto della collegialità nelle scelte di politica economica del Governo e che si chiarisca il quadro politico complessivo Il vertice da Berlusconi sarà comunque preceduto da un nuovo incontro dei ministri Tremonti, Maroni, Alemanno e Buttiglione, con i viceministri Baldassarri e Miccichè, il commissario straordinario dell'Inps Sassi, il Ragioniere Generale dello Stato Grilli e il direttore generale del Tesoro Siniscalco. Un «gran consulto» tecnico al massimo livello che dovrebbe creare le condizioni per le scelte politiche del premier e dei leader della Cdl. D. T.

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