Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Verifica verso l'ok, resta il nodo devolution

default_image

A Fini il coordinamento economico, produttivo e sociale. Berlusconi rilancia su tutte le riforme

  • a
  • a
  • a

Quando i vertici della Casa delle Libertà hanno lasciato palazzo Grazioli, residenza privata del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che a quel punto poteva andare a dormire con un'intesa in tasca. O meglio, nel fax che ha spedito di prima mattina con le ultime modifiche decise nella notte. La proposta d'intesa che il premier ha inviato ai leader della maggioranza (che l'hanno già approvata ma si attende l'ok dei partiti in particolare di An, oggi, e dell'Udc e della Lega lunedì) riscrive l'agenda del governo. Ma è limitata nel tempo, solo fino alla fine dell'anno e non fino alla fine della legislatura, nel 2006, come concordato in un primo momento. Berlusconi si attende «una risposta positiva». La novità maggiore è l'istituzione di un consiglio di coalizione, ovvero di quella che è stata chiamata la cabina di regìa, per le politiche economiche, produttive e sociali. Il coordinamento del nuovo organismo è stato affidato al vicepremier Gianfranco Fini che potrà convocare la prima riunione già la settimana prossima, forse mercoledì. Non si tratta di un commissariamento del ministro dell'Economia, lo stesso premier ha detto chiaro e tondo: «Il contributo di Tremonti è stato determinante». In generale, la bozza Berlusconi propone di far ripartire il treno delle riforme, di tutte le riforme. Da quelle istituzionali a quelle economiche. «Verrà presentato e votato in Parlamento un disegno di legge di modifica costituzionale che, nel rispetto dei principi fondamentali di unitarietà dell'ordinamento giuridico della nazione, comprenderà il Senato delle Regioni, la Corte Costituzionale federale, la devoluzione, il rafforzamento della forma di governo». Ripartirà tutto assieme, dunque: devolution, premierato, Senato federale. Stessa strategia per la giustizia: la riforma dell'ordinamento giudiziario, ferma in commissione al Senato da mesi, dovrebbe essere nuovamente presentata e votata in Parlamento insieme con la riforma del codice di procedura penale «per garantire il giusto processo e la certezza della pena». Ma è proprio sul cambiamento delle istituzioni che ci sono problemi. La strada della devolution fin qui è stata difficile. Due voti del Parlamento, poi è arrivato il ddl La Loggia, ora il premier rilancia e propone un progetto complessivo. Il Carroccio è preoccupato perché i tempi si allungano, tanto è vero che Umberto Bossi dice in serata: «Manca la temporizzazione». Ma i leghisti chiedono anche non venga inserito il principio della salvaguardia degli «interessi nazionali». An è Udc, che considerano quel concetto "centrale", non ne vogliono nemmeno sapere. Neanche della possibile soluzione di inserire l'interesse nazionale nella parte della riforma che riguarda il Senato federale. Un'altra novità riguarda invece la forma di governo. La Cdl vuole dare più poteri al premier. Si pensa ad una spinta al progetto che giace al Senato e che prevede il primo ministro eletto direttamente, potere di nomina e revoca dei ministri, opposizioni rappresentate da un portavoce unico in Parlamento e con il diritto di promuovere commissioni di inchiesta. Tutti d'accordo, invece nella maggioranza sui temi economici. Formalmente non ci sono problemi sulla cabina di regìa e sul coordinamento a Fini. Apprezzamenti per il nuovo impegno per la sicurezza e la lotta all'immigrazione. Ma bisognerà attendere Nell'Ulivo prevale l'ironia. Riassume per tutti Pietro Fassino, segretario dei Ds che chiede al governo di non squadernare «il libro dei miracoli» e di evitare che si tratti semplicemente della «continuazione degli imbrogli». Quanto alla cabina di regìa non sarà un «marchingegno organizzativo» come questo - afferma Massimo D'Alema - a risolvere i contrasti interni alla maggioranza e i problemi del Paese. Ma a far dubitare il centrosinistra dell'efficacia dell'intesa nella Cdl contribuisce anche la presa di distanza del capogruppo del Carroccio Alessandro Cè. Lo rileva, ad esempio, il

Dai blog