Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Levata di scudi contro «Roma ladrona» Storace: «È la reazione di chi ha perso». Moffa: «Non offenda i romani». Veltroni: «Il premier lo smentisca»

default_image

  • a
  • a
  • a

Ma resta isolato. Più isolato che mai. «Roma ladrona» torna a tuonare, ma di fronte a lui si ritrova un fuoco di fila, i tank di centrodestra e centrosinistra che gli sparano contro. La foto della giornata sono Fini e Bossi seduti a fianco tra i banchi del governo a Montecitorio: i due leader non si parlano neppure. E l'Ulivo decide di non votare sulla devolution approvata ieri sera. Ma cosa è successo? È successo che, mentre si vota proprio sulla devolution, il ministro delle Riforme, riferendosi all'articolo su Roma capitale inserito nel ddl del governo di riforma del Titolo V della Costituzione, avverte: «Così come è scritto, si torna a "Roma ladrona"». E contesta un'interpretazione di Buttiglione («Andrà su un binario morto»). «Buttiglione fa il capotreno - dice il leader della Lega - e dirotta i treni su binari morti: non è così semplice. Lo sapevo che la strada era difficile, perché quando si tratta di cambiare è sempre difficile». «Quella di Bossi è la comprensibile reazione di chi ha perso» replica secco il presidente della Regione Lazio, Francesco Storace, che fa anche sapere: «Aspetto che Bossi chiarisca definitivamente le sue idee. Io le mie ce le ho e ben precise, Roma ha bisogno di poteri e di risorse per potersi governare». «Bossi la smetta di offendere Roma e i romani e usi un linguaggio più consono ad un ministro» aggiunge il presidente della Provincia di Roma Silvano Moffa. Il sindaco Walter Veltroni invoca l'intervento di Berlusconi: «Bossi è tornato a insultare la capitale parlando di "Roma ladrona". Di fesserie offensive ne abbiamo sopportato molte. Ora basta». Taglia corto il ministro che ha proposto il provvedimento, Ernesto La Loggia: «Bossi vuole solo rassicurare i suoi elettori». Ma ad insorgere sono i deputati della Capitale, sia della Cdl che dell'Ulivo. Publio Fiori (An): «Non voterò questo provvedimento. Già ero incerto, ma ora, dopo aver letto queste dichiarazioni di Bossi, mi rifiuto di votare questo testo sulla devolution. Se offende Roma offende l'Italia». Caustico Teodoro Buontenpo (anche lui di An): «Educate Bossi al senso di unità nazionale e alla storia di questa grande e irripetibile città». «Sono un romano e me ne vanto e non mi sento un ladrone», spiega Antonio Tajani (Fi). Il sottosegretario Mario Baccini (Udc) ridimensiona: «Non va preso sul serio». Per Donato Robilotta (Nuovo Psi) invece «Bossi straparla, Berlusconi lo riporti alla ragione». «Dimissionatelo» dice Enrico Gasbarra, candidato a Presidente della Provincia di Roma, «Vuole sfasciare l'Italia» aggiunge Giovanna Melandri (Ds). Per Rutelli (Margherita) «Bossi è il nuovo Ghino di tacco» mentre D'Alema (Ds) spera che «gli elettori se ne ricordino quando si andrà a votare».

Dai blog