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Laura Pausini, faida in famiglia dopo la morte dello zio. “Parentela solo sulla carta”, l'accusa

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Foto: Lapresse

Alice Antico
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Una tragedia stradale con risvolti familiari inattesi sta scuotendo Bologna e l'ambiente della musica italiana. Ettore Pausini, padre di Sabrina Pausini, cugina della celebre cantante Laura Pausini, è stato travolto e ucciso da un pirata della strada mentre era in sella alla sua bicicletta. L'assassino, un 29enne, si è costituito solo un giorno dopo l'incidente, ma lo strazio e la rabbia della figlia della vittima sono esplosi in un durissimo messaggio social rivolto tanto al responsabile quanto ai parenti famosi. 

 

 

Sabrina Pausini ha utilizzato i social media per prendere le distanze in modo netto da Laura Pausini e dalla "sua parte di parentado", lanciando accuse pesanti di disinteresse e opportunismo. La donna ha sottolineato che il legame è puramente anagrafico e non affettivo: "La parentela è solo sulla carta, a loro non è mai fregato nulla di me e di mio padre". L'accusa più dolorosa si è trasformata in un divieto pubblico in vista delle esequie: "Ai giornalisti che hanno sottolineato la parentela sottolineo che è solo sulla carta, perché a quella parte di parentado non è mai fregato nulla di me e di mio padre. E io non li voglio al funerale, io non sono come loro e tali valori me li ha insegnati proprio mio padre", ha scritto Sabrina, chiedendo ai media di "fare informazione corretta".  Rivolgendosi poi all'investitore che ha ucciso il padre, ha espresso una rabbia incontenibile: "Era mio padre, e me l’hanno ammazzato così, voglio vederlo in faccia quell’assassino”. 

 

 

A parlare del dolore della donna e del legame con la vittima è stato Stefano Giordani, amico di famiglia e direttore dell’associazione Onconauti, di cui Ettore era volontario e testimonial. Giordani ha descritto il rapporto esclusivo tra padre e figlia, raccontando che Sabrina "è disperata. Ha perso già la mamma quando era molto giovane. Col padre aveva un rapporto simbiotico, lo aveva spesso accompagnato nei suoi viaggi in Africa, anche in luoghi molto sperduti. Ettore era così: partiva con un gruppo di amici e si costruiva l’itinerario da solo, senza guide".

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