Cerca
Cerca
Edicola digitale
+

DiMartedì, pure Luca e Paolo bastonano Francesca Albanese e ne demoliscono la “santità”

Foto: La7

Ignazio Riccio
  • a
  • a
  • a

Un teatro gremito, una cerimonia di premiazione, un applauso che si trasforma in mormorio. È successo a Reggio Emilia, dove il sindaco Marco Massari – durante un evento dedicato alla causa palestinese – stava premiando la relatrice speciale Onu per i diritti umani nei Territori palestinesi, Francesca Albanese. Un’occasione che doveva essere puramente celebrativa, ma che è diventata un piccolo caso politico. Nel suo discorso, il sindaco ha espresso un auspicio apparentemente condivisibile: “La fine dei massacri a Gaza e la liberazione degli ostaggi israeliani”. Parole che, tuttavia, hanno provocato proteste e fischi da parte di una parte del pubblico, che non ha gradito il riferimento agli ostaggi di Israele in mano ad Hamas. Il tono si è fatto teso, finché la stessa Albanese è intervenuta per “perdonare” Massari, invitandolo – con un sorriso – a “non ripetere più l’errore”. Un episodio marginale, forse, ma che è bastato a finire sotto la lente della satira televisiva. Nella copertina di “DiMartedì”, su La7, Luca Bizzarri e Paolo Kessisoglu hanno raccontato la vicenda con il loro consueto sarcasmo, trasformandola in una parabola sull’ipocrisia del linguaggio politico e sull’idea, sempre più diffusa, che per essere “dalla parte giusta” non basti più il pensiero: serve anche il vocabolario corretto.

 

 

“Massari — ricordano i due comici — non la stava contestando, la stava premiando. Aveva detto che si augurava la fine dei massacri e la liberazione degli ostaggi. Eppure, per aver detto questo, ha dovuto essere perdonato”. Nel loro racconto, la scena si trasforma quasi in una liturgia: il pubblico che rumoreggia, la protagonista che concede il perdono, il sindaco che si “ravvede” e promette di non dire più parole sconvenienti. “È arrivato il perdono con l’occhietto, la bolla papale. E il sindaco è tornato dalla parte giusta della storia”, ironizzano. Dietro la comicità, però, il messaggio è chiaro: la libertà di parola sembra valere sempre meno quando si toccano temi sensibili. “È una cosa piccola, minuscola – osservano Bizzarri e Kessisoglu – ma indicativa. Perché oggi sembra che per stare dalla parte giusta tu debba aderire completamente alla causa, anche nella terminologia”. Il monologo dei due comici è stato commentato ampiamente sui social e nei talk successivi, dove molti hanno letto in quelle battute un atto di accusa contro il conformismo linguistico e morale di una certa cultura progressista. “Che strana idea di democrazia in quel teatro”, è stata la chiosa finale della copertina.

 

 

Un modo per sottolineare come anche nei contesti più “democratici”, il dissenso – o semplicemente una parola fuori posto – rischi di essere visto come una colpa. D’altra parte, il caso di Reggio Emilia non è isolato. Negli ultimi mesi il dibattito intorno alla guerra tra Israele e Hamas ha acceso divisioni profonde anche nel mondo politico e culturale italiano: chi parla di “genocidio” a Gaza viene accusato di antisemitismo, chi ricorda le vittime israeliane rischia di essere accusato di insensibilità verso i palestinesi. In questo contesto, la satira di Bizzarri e Kessisoglu ha riportato al centro una domanda semplice ma essenziale: è ancora possibile esprimere un’opinione senza dover chiedere permesso o perdono? In un panorama mediatico dove ogni parola è passata al setaccio, la copertina di “DiMartedì” ha ricordato che la satira resta uno degli ultimi spazi di libertà autentica. Non prende posizione, ma mostra le contraddizioni: un sindaco, della stessa parte politica dei contestatori, che si scusa per aver parlato di ostaggi, un pubblico che misura le parole prima dei sentimenti, un “perdono” che sa di ammonimento. Un piccolo episodio locale, diventato – per merito dell’ironia – uno specchio nazionale. E forse, come hanno suggerito Bizzarri e Kessisoglu con la loro leggerezza solo apparente, la democrazia comincia davvero quando qualcuno osa contraddire il coro.

 

Dai blog