
Quarta Repubblica, Cerno smaschera la sinistra: ecco perché era un Referendum contro Schlein

La sinistra sbatte sui Referendum. L'affluenza al 30,6 per cento per i cinque quesiti su lavoro e cittadinanza agli stranieri rende la distanza tra il Paese e le istanze promosse dal Pd di Elly Schlein e dal segretario della Cgil Maurizio Landini. Se ne parla nella puntata di lunedì 9 giugno di Quarta Repubblica. Il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, ospite di Nicola Porro ricorda il risultato del referendum sulla cittadinanza con il 35 per cento di contrari al dimezzamento dei tempi. "Sono andato sull'Intelligenza artificiale e ho chiesto: quanto ci mette un italiano che è già residente in Nigeria a diventare nigeriano - racconta Cerno - Risposta: 15 anni con residenza legale, buona condotta, conoscenza della lingua e della cultura nigeriana... mentre volevano fare un referendum per dire che un nigeriano in Italia in 5 anni diventa italiano".
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Insomma, gli italiani "vedono la realtà, qualcuno là dentro la non la vede e la Schlein sta facendo l'errore madornale di portare il Pd sulle posizioni di Fratoianni e Bonelli". Il direttore ribadisce l'idea che "questo referendum non era contro Meloni, chi capisce di politica in Italia lo sa da tempo, questo era un referendum contro Schlein". La prova è che "Meloni lo sapeva, infatti l'ha favorito, è perfino andata alle urne senza ritirare le schede".
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Insomma, c'è "soltanto una persona che da domani è in discussione, ed è il segretario del Pd - commenta Cerno - Questo voto non cambia la vita e Landini, che è un pessimo segretario della Cgil". Mentre tra i dem abbiamo visto plateali cadure di stile come quella di Pier Luigi Bersani, visto nella piazza per la Palestina con il cappellino peri cinque sì "mentre parlava dei morti di Gaza". Cadute di stile che tradivano nervosismo e confusione "alla vigilia di un referendum che era diventata una bomba interna del Nazareno".
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