
Ilaria Salis la spara grossa: "In Albania un campo di concentramento". Poi la gaffe clamorosa

I centri per migranti in Albania? Sono i nuovi lager... La spara grossa Ilaria Salis dopo il trasferimento di 40 migranti a Gjader con la nave Libra. "Il CPR italiano a Gjader, in Albania, è il primo campo di concentramento e deportazione extra-territoriale dell’Europa contemporanea. Un gran bel primato del nostro governo!", scrive sui social l'eurodeputata di Alleanza Verdi Sinistra. "Come scrive l’ASGI (Associazione per gli Studi Giuridici sull'Immigrazione, ndr), si tratta di 'un salto di scala nelle politiche migratorie', che apre scenari inediti e inquietanti nel contesto europeo", denuncia l'ex detenuta in Ungheria, proiettata a Bruxelles grazie alla candidatura offertale da Angelo Bonelli e Nicola Fratoianni.
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Salis - che come noto vuole abolire il carcere - afferma che "in questa prigione coloniale viene rinchiusa quell’umanità in eccesso di cui, purtroppo, non solo le peggiori destre vogliono sbarazzarsi. Se è già inaccettabile che esseri umani vengano privati della libertà senza aver commesso alcun reato, se è già inaccettabile che vengano cancellati da un territorio con la forza, oggi si aggiunge un’ulteriore violenza: alcuni di loro, per alimentare la propaganda razzista, vengono deportati all’estero". Peccato che tra l'altro, come chiarito dal ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, tra i 40 migranti trasferiti "c'erano 5 casi di condanna per violenza sessuale, un caso di tentato omicidio, reati contro patrimonio, furti, resistenza a pubblico ufficiale. Un ampio campionario di precedenti". Insomma, tutto il contrario!
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E ancora insiste: "In mezzo al nulla. Lontani anche da quel poco che l’Italia poteva ancora offrire. Dall’assistenza legale. Dalle cure mediche. Dalle associazioni. Dalla solidarietà possibile di chi vive nello stesso Paese che li sta espellendo. Non rendiamoci complici con il nostro silenzio. Non accettiamo. Protestiamo. In nome dell’umanità, in nome dell’eguaglianza. No ai CPR. Né in Albania, né in Italia, né altrove", afferma Salis che alla fine la dice tutta: secondo lei Centri di Permanenza per i Rimpatri dei migranti - questo vuol dire la sigla CPR - non dovrebbero esistere proprio.
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