
L'aria che tira, Cerno spiazza Parenzo: "Conformismo del c...", quello che nessuno dice sulla Russia

narrazioni a confronto
Due narrazioni opposte sulla Russia e sulla guerra in Ucraina quelle di ex portavoce di Putin, Sergej Markov, e quella di David Parenzo che lo ha ospitato a L'aria che tira di giovedì 13 marzo. Nel corso dell'intervista non mancano botta e risposta corrosivi, come quando il conduttore chiede all'ospite di confermare almeno che la responsabilità della guerra è di Mosca che ha invaso l'Ucraina. Ma il russo non ci sta e rilancia la narrazione di Mosca, ossia che è stata Kiev a iniziare e ostilità contro i russofoni nel Donbass. "Propaganda" per Parenzo, "verità storica" per Markov. Il direttore de Il Tempo, Tommaso Cerno, dopo l'acceso confronto e alla luce dei passi avanti dei negoziati per la pace per l'iniziativa degli Usa, fa notare a Parenzo: "Dobbiamo tenere conto che tu stai facendo questa puntata perché gli americani hanno eletto Trump", afferma Cerno. "Allora, se tu vuoi fare una trasmissione per dire che noi abbiamo ragione su tutto, che hanno invaso e tutta questa tiriterra, non invitare me che non mi interessano queste cose, questo conformismo del ca**o che non ha mai portato da nessuna parte".
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Il direttore a riguardo racconta un aneddoto personale che però la dice lunga sulla visione del mondo che domina in Russia: "Quando sono arrivato a studiare a Pietroburgo la prima volta, ero un ragazzino, ero l'unico occidentale della classe e c'era un professore di russo che mi disse: lei è italiano? E io dissi sì. 'Quindi lei è uno di quelli che vanno in giro a dire che gli americani hanno vinto la seconda guerra mondiale?'. Questa fu la prima frase che mi disse e che mi fa capire ancora oggi cosa stanno dicendo in Russia. Qual è la loro visione del mondo".
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Insomma, la domanda è: "Cosa ha fatto Trump, che a noi non è piaciuto, maltrattando Zelensky? Ha fatto due cose utili. Uno, ha ridato un po' di fiato elettorale a Zelensky e l'ha blindato presidente dell'Ucraina perché qualcuno che voleva approfittare del vuoto cominciava ad esserci. Secondo, ha trattato la Russia da superpotenza che è la vera precondizione che Putin richiede per iniziare anche solo a discutere", chiarisce Cerno. Insomma gli stati d'Europa, perché l'Ue non si è mai espressa veramente nel suo insieme hanno trattato per due anni e mezzo la Russia "come una potenza regionale in depressione" e non come un superpotenza come ha fatto Trump, facilitando finalmente il dialogo. "Il tema è che in questo momento stiamo iniziando a parlare di una cosa che per tre anni non esisteva", osserva Cerno.
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