
Vannacci smaschera la sinistra: "Ossessionati da AfD, non chiamerei mai lesbica Elly Schlein"

«Non c’è differenza tra vita pubblica e vita privata. C’è differenza tra democrazia e imposizione. Se la leader di Afd ha gusti diversi dai miei, è liberissima di fare quello che vuole. Provo fastidio quando tali gusti si trasformano in prevaricazione nei confronti della maggioranza e in ideologia da insegnare a scuola». Roberto Vannacci commenta così la nuova crociata dei nipotini di Carlo Marx contro la trionfatrice alle ultime elezioni teutoniche, una donna omosessuale, ma di destra. La sinistra appella Alice Weidel come «una lesbica», in tono dispregiativo.
Ma non erano i tutori del politicamente corretto?
«Sì infatti, è quasi surreale questa loro ossessiva stigmatizzazione. Quasi volessero fare un dispetto nel chiamarla lesbica, loro, i paladini degli infiniti orientamenti e generi sessuali che possono esistere. Dal mio canto, considero Alice Weidel un esponente politico. E se fa bene il suo mestiere, non me ne frega nulla con chi va a letto».
Altro che nazi. Qui ritornano i socialisti
I progressisti hanno parlato del suo libro per mesi. Ma lei si è mai rivolto ad Elly Schlein usando il termine «lesbica»?
«No, mai, proprio perché non me ne frega nulla del suo orientamento sessuale. Voglio essere molto chiaro su questo punto: Elly Schlein per me è il segretario del Pd. E che cosa faccia nelle sue ore libere sono assolutamente affari suoi. E, aggiungo, non la qualificano come persona. Io non vado a dire ogni due minuti che mi chiamo Roberto Vannacci e che sono eterosessuale».
Come valuta il risultato di Afd?
«Ottimo, direi che raddoppiare in appena quattro anni i consensi non può che essere considerato un risultato di assoluto prestigio. Vedremo in futuro ciò che succederà, ma una prima osservazione va fatta:Afdè riuscita a condensare il 21% degli elettori tedeschi. Questa è l’ennesima prova che non si tratta di un partito estremista. Non si può pensare che chi rappresenta il 21% possa essere così distante dal pensiero medio di riferimento».
Dopo tre anni si parla di pace. È sorpreso dall’atteggiamento dell’Unione Europea, che sembra quasi auspicare il prolungamento della guerra?
«In realtà sono allibito, ma non posso davvero dirmi sorpreso. L’Ue e la Commissione si distinguono per assumere decisioni solo in base a principi ideologici e dogmatici. Al contrario, simili istituzioni dovrebbero essere caratterizzate dal pragmatismo e dal buon senso».
Boschi tira fuori la foto della "lesbica" Weidel: scontro con Vannacci da Giletti
Vista da Bruxelles, che idea si è fatto della vicenda Albania e dello scontro tra politica e magistratura?
«Si tratta di una soluzione ottima per mitigare gli effetti dell’immigrazione clandestina. Vorrei ricordare che il Presidente Ursula Von Der Leyen, lo scorso 17 dicembre, ha paventato l'ipotesi che la stessa Ue possa adottare questo tipo di soluzione. Io mi auguro che Parlamento e Commissione siano concordi nell’adottare questo tipo di provvedimento. E se saranno necessari modifiche giuridiche, queste ultime possono tranquillamente essere sintetizzate dagli uffici legislativi europei, predisposti per fare questo tipo di interventi».
Si è molto parlato della candidatura leghista di Elena Meini come futuro governatore in Toscana e di una sua bocciatura. Ci vuole spiegare meglio?
«Come ho già detto, non faccio il soprammobile. Non accetto strategie nelle quali io non sia stato coinvolto sin dall’inizio. La mia incidenza in Toscana è nota ed è grande. Un impatto evidente sin dal suffragio alle ultime elezioni europee. Quali saranno le prossime manovre? La sorpresa è un principio dell’Arte della Guerra e non escludo nulla. Sicuramente darò il mio contributo, il modo lo studieremo e lo vedremo. Lavoreremo insieme per trovare la quadra e ottenere il massimo risultato. Se vogliamo ottenere risultati migliori, dobbiamo sferzare il sistema e cambiare un trend che, purtroppo, non appare essersi dimostrato vincente».
Dai blog

Francesco Gabbani: «Nelle nuove canzoni la mia svolta interiore»


Il futuro di Amedeo Minghi: "Una commedia musicale in romanesco"


"Questo Parsifal è il mio testamento". Il sogno di Roby Facchinetti
