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In altre parole, “davvero rischioso”. Profezia di Fabbri su Israele: i veri piani su Gaza

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Dario Fabbri, esperto di geopolitica e direttore di Domino, è ospite della puntata del 14 ottobre di In altre parole, il programma di La7 condotto da Massimo Gramellini. Fabbri si lancia in una previsione sulla controffensiva israeliana su Gaza: “A ma pare ci sia la tentazione quando Israele dice a un milione di persone di spostarsi verso sud, di voler entrare certo, vedremo se succederà per davvero, ma forse anche di rimanere per un po’. Se chiedi ad un milione di persone di spostarsi cerchi di avere maggiore profondità difensiva, per difenderti meglio vuoi avere i piedi nel territorio e questo è davvero rischioso. Israele pensava di aver risolto una parte del problema lasciando Gaza nel 2005, ma così non è stato”.

 

 

Perché Israele dovrebbe attaccare? Fabbri risponde così alla nuova domanda che gli viene posta: “Israele è davanti ad un dilemma irrisolvibile, se non attaccasse si dimostrerebbe debole di fronte a un assalto osceno come quello di Hamas, la reazione non può essere soltanto scenografica. E’ il tributo civile israeliano più alto dal 1948. Deve rispondere al reticolato di Hamas. Allo stesso tempo Israele sa di essere davanti a una trappola, il richiamo alla jihad di Hamas non ha sortito gli effetti che sperava. Hamas è una protesi dell’Iran, i paesi che hanno firmato gli accordi di Abramo sono contro l’Iran, ci sono gli sciiti che vogliono dominare la regione con il loro pan-islamismo. Non è una guerra di religione, è un attacco fatto per rompere il fronte filo-israeliano, che è composto anche da paesi arabi. La scommessa dell’Iran è di dire a chi ha firmato accordi con Israele - il riferimento è a Paesi come Giordania, Marocco e all'Arabia Saudita che era sul punto di farlo - che se ci saranno morti civili palestinesi come verrà spiegato tutto questo ai cittadini arabi?”.

 

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