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Bruno Vespa, i veri risultati del primo anno di Meloni: sinistra zittita

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“Come si giudica un governo dopo il primo anno di mandato?”. È questa la domanda che si pone Bruno Vespa nel suo editoriale del sabato su La Nazione. Il giornale e conduttore di Porta a Porta dà una risposta secca: “Innanzitutto dai numeri”. E giù i dati: “Lo spread (incubo di ogni governo) è sceso da 223,7 punti a 181. La Borsa di Milano è salita da 21mila punti a 28.600. L’occupazione è la più alta dal 2004. I sondaggi valutano Fratelli d’Italia tra il 28 e il 30 per cento, contro il 26 conquistato alle elezioni del 25 settembre 2022. Niente di tutto questo era scontato. Anzi, non era affatto previsto”. 

 

 

Ma sono altri i punti di forza che Vespa trova in Meloni: “Ma la sorpresa maggiore, davvero inattesa, è stata l’immagine internazionale. In privato (e talvolta anche in pubblico) lei usa un linguaggio molto diretto e informale. Ebbene, lei parla più o meno così anche con i Grandi della Terra. In perfetto inglese. È questo che l’ha avvicinata molto a tutti (con Biden ha una forte confidenza, lei sostenitrice di Trump) e anche monumenti di pietra come Xi l’hanno in simpatia. Naturalmente tutto questo non avrebbe senso senza una forte base politica. I due punti di forza della Meloni sono la fedeltà atlantica ed europea (non scontata, quest’ultima) e l’incrollabile sostegno all’Ucraina. Si è affermata per i suoi toni «rassicuranti e pragmatici» come ha scritto il britannico ‘Guardian’ che pure non la ama (parlò di «inquietante successo») e che oggi la colloca «tra i politici più potenti d’Europa»”. 

 

 

E ancora: “In Italia ha guadato indenne le insidie del 25 aprile e si è fatta apprezzare per un atteggiamento giudicato complessivamente coerente, anche se, come chiunque passa dall’opposizione al governo, ha dovuto dimenticare alcune promesse. Ha formato una squadra identitaria che non andrebbe ridotta sbrigativamente a familistica perché sia la sorella Arianna che suo cognato Lollobrigida fanno politica da sempre. Sotto il profilo ideologico, la Meloni deve decollare verso un partito conservatore moderno senza lasciarsi impigliare in uno schema identitario eccessivo. Sotto quello politico, deve fare acrobazie per dare sostegni economici compatibili con una manovra fortemente penalizzata dal buco del superbonus edilizio, dall’inflazione e dagli alti tassi d’interesse. È riuscita ad avere finora tutte le rate del Pnrr e deve saperle spendere. Deve controllare una immigrazione esplosiva pur non avendo tutti i mezzi per farlo. Soprattutto - il consiglio di Vespa al premier - non deve commettere l’errore di sentirsi assediata, anche se in parte lo è, e di non drammatizzare qualche calcio sotto il tavolo degli alleati perché va da sempre il mondo nelle lunghe campagne elettorali”.

 

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