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Enrico Mentana, post clamoroso: "La Russia? Solo un bluff". Chi affonda

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Un post-fiume, una presa di posizione netta. Mentre a Mosca c'è aria di golpe e la milizia privata Wagner, guidata dal leader Yevgeny Prigozhin, minaccia i vertici militari russi, Enrico Mentana interviene sui social network e commenta le ultime notizie e l'ipotesi dello scoppio di una guerra civile, ripercorrendo le tappe del rapporto tra lo zar Vladimir Putin e il patron della brigata Wagner. 

 

 

Il direttore del Tg di La 7 ha, in primo luogo, confermato il suo supporto a chi ha sempre pensato necessario sostenere le forze ucraine: "Appare ora chiaro quanto sia stato importante sostenere senza se e senza ma l'Ucraina invasa, anche inviando armi, per contrastare le forze occupanti russe". Stando a quanto scritto dal giornalista, proprio l'opposizione dell'Occidente avrebbe indebolito la Russia: "La resistenza superiore alle attese ha costretto Putin a utilizzare anche le milizie mercenarie di Wagner, per rafforzare l'offensiva e questo ha fatto nascere le contraddizioni che ora sono esplose in modo così clamoroso". Per spiegare l'attuale risvolto dei rapporti tra il presidente russo e il capo delle milizie mercenarie della Wagner, Mentana ha utilizzato l'immagine di una figura mitica: "Il Golem Progozhin si è rivoltato contro il suo creatore, nel momento in cui ha capito che stava per essere 'normalizzato' dai capi delle forze armate. Le brigate che sono state decisive nelle 'guerre sporche' di Siria, Libia e molti paesi africani non si sottomettono a coloro al posto dei quali hanno combattuto".

 

 

Mentana ha continuato, tirando frecciate a chi ha sempre sostenuto che l'opposizione alla forza di Mosca non sarebbe mai stata sufficientemente determinante: "E il loro capo sfida addirittura il Cremlino, prima con la denuncia dei falsi pretesti della guerra, compresi i massacri di civili da parte delle truppe di Kiev nel Donbass (tanto care ai finti pacifisti de noantri), poi col racconto delle ritirate precipitose dell'esercito regolare russo sulla linea del fronte, e infine denunciando il tentativo di annientare i Wagner col fuoco amico di bombardamenti selvaggi". Quindi il direttore del Tg di La 7 ha sferrato l'ultimo colpo, prendendo spunto dalla storia biblica in cui il pastore Davide, armato di una sola fionda, uccide Golia, un temibile gigante: "Prigozhin non è un novello Spartaco, è stato feroce e duro finché è rimasto nelle grazie di Putin, e probabilmente ora si ribella per non finire annientato, e i suoi con lui. Ma anche questo ci dimostra come la forza soverchiante di Mosca, con cui per alcuni non si poteva fare altro che scendere a patti, fosse solo un bluff: e ora il Golia del Cremlino rischia molto di più del David di Kiev che si voleva divorare". 

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