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Le Figaro incorona Meloni: nemmeno un errore. E la sinistra impazzisce

Christian Campigli
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Sarebbe dovuto essere il tallone d'Achille del governo italiano. Il famigerato granello di sabbia, in grado di rompere l'intero ingranaggio. Ed invece, fino ad oggi, si è rivelato uno dei punti di forza dell'esecutivo conservatore. Giunge, inaspettato, un nuovo, prestigioso riconoscimento alla politica portata avanti da Giorgia Meloni. “Se è troppo presto per esprimere un giudizio definitivo, è evidente però che Meloni ha smentito gli oracoli che annunciavano il suo inevitabile fallimento – scrive Nicolas Baverez in un articolo intitolato L'Italia di Giorgia Meloni o Fratelli d'Europa e pubblicato questa mattina sul quotidiano Le Figaro - La sua popolarità rimane alta visto che beneficia del sostegno di oltre la metà degli italiani. Il suo partito è accreditato con il 30% dei voti. La coalizione delle destre ha chiaramente vinto le elezioni del febbraio 2023 nelle due regioni chiave della Lombardia e del Lazio. La Presidente del Consiglio ha imposto la sua autorità sul suo governo e la sua maggioranza evitando di entrare in conflitto con il rispettatissimo presidente della Repubblica. Lungi dall'essere emarginata nell'Unione Europea o nella Nato, ha assunto il ruolo e confermato le responsabilità dell'Italia”.

 

Lo storico quotidiano francese punta molto su uno degli aspetti che maggiormente hanno portato così in alto il segretario di Fdi. “Meloni sfrutta la sottovalutazione del suo talento e della sua esperienza politica tanto in Italia - ad opera dei suoi oppositori e partner di coalizione - che in Europa. Ha saputo valorizzare il suo status di prima donna presidente del Consiglio, designata direttamente dagli elettori e non attraverso negoziati opachi in seno alla classe politica. Le giovano la debolezza e la divisione dell'opposizione. Può fare leva su performance economiche solide ereditate dal suo predecessore, Mario Draghi, con una crescita del 3,8% nel 2022, esportazioni che hanno fatto un balzo del 19% lo scorso anno (contro il 13,7% per la Germania), un debito pubblico ridotto dal 155% al 144% del Pil. Ma il primo motivo di un inizio riuscito di Meloni è dovuto alla sua moderazione nell'esercizio del potere e alla sua conversione all'Unione Europea che non aveva cessato di denunciare. Lungi dal rompere con l'Unione e con le democrazie occidentali, l'Italia di Meloni si presenta come uno dei suoi pilastri”. 

 

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