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Elly Schlein, Mieli demolisce la sinistra: "Imbarazzante". Il piano irrealizzabile

Giada Oricchio
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Elly Schlein finisce sotto la penna acuminata di Paolo Mieli. Il già direttore del “Corriere della Sera” ha riconosciuto che la segretaria del Partito Democratico, nei primi due mesi di lavoro, è riuscita a riportare nei sondaggi il partito stabilmente sopra il 20 per cento lasciando il M5S dietro di cinque punti. La più grande abilità di Schlein però è un’altra: “Si mostra assai abile nel rintuzzare la maggioranza, producendo ogni giorno polemiche nuove di zecca”.

Secondo Mieli, i dem fanno spallucce davanti alle insidiose iniziative provenienti dai pacifisti di sinistra, mentre “un grande tonico” sono state le schermaglie delle settimane che hanno preceduto il 25 Aprile. Lo storico ritiene che a sinistra si alimentino polemiche ad arte (fuori dai nostri confini, l’allarme fascismo è stato scarso”) per non prendere posizione sui temi veri visto che.

Nel lungo editoriale, si legge una critica precisa a Schlein: “L’attuale sinistra appare destrutturata come mai lo è stata nella sua lunga storia. Ed è probabilmente questa circostanza che - nelle rare occasioni in cui è costretta a rispondere a delle domande in pubblico - fa scivolare Schlein nei gorghi di nebbiose fumisterie che le consentono di affrontare in qualche modo l’imbarazzante situazione in cui viene a trovarsi chi deve pronunciare dei chiari  o dei netti no. Cosa per lei al momento impossibile”.

Paolo Mieli è scettico anche su un’eventuale alleanza Pd-M5s: "La costruzione di un fronte alternativo alla destra richiederebbe una sapienza e una lungimiranza ad oggi non riscontrabili in nessuna delle persone preposte all’impresa. Nel frattempo si occuperanno esclusivamente della competizione tra loro. Oggi per i sondaggi, domani per le europee del 2024. Il dopodomani non è contemplato”.

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