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Nicola Porro perde la testa e travolge il sindacalista africano: "Chi è razzista?"

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Le parole del ministro dell'Agricoltura Francesco Lollobrigida, che dal palco del Vinitaly ha affermato che è "meglio lavorare nei campi che stare sul divano con il reddito di cittadinanza", ha suscitato un gran numero di reazioni, anche se si tratta di "una cosa banale. Non capisco cosa c'è di strano", spiega Nicola Porro nella sua consueta rassegna stampa sui social. Il giornalista e conduttore di Quarta Repubblica in particolare prende di mira una intervista uscita sulla Stampa di lunedì 3 aprile al sindacalista di origine camerunense, Jean-René Bilongo, tra i dirigenti nazionali della Flai Cgil.

 

Cosa dice l'ex bracciante arrivato in Italia irregolarmente? "L'accostamento del reddito in chiave peggiorativa rispetto al lavoro nei campi è inaccettabile", afferma Bilongo, che continua: "Nelle parole del ministro c'è una nota di razzismo nei confronti del Mezzogiorno. Lollobrigida parla dal Veneto e il suo messaggio subliminale è per i giovani del Sud, dove il reddito è più diffuso: andassero nelle campagne del ricco Nord che è il massimo che possono fare nella vita. Inoltre, vuole anche dire che gli immigrati non sono utili al nostro sistema agricolo, non sono necessari, perché ci sono italiani che possono fare il loro lavoro".

 

Insomma, in una frase generica due tipi di verso di razzismo, nei confronti degli italiani del Sud ma anche dei non italiani. "Bilongo che può essere nero, bianco o giallo afferma che c'è una nota di razzismo nelle parole di Lollobrigida... Se questo è il livello del sindacalismo italiano siamo ai minimi termini", sbotta il giornalista nella sua Zuppa di Porro. "Che ca**o c'entra il razzismo se il ministro dice 'meglio lavorare che stare a casa'? Voi della sinistra il razzismo ce l'avete in testa. Ma se ogni cosa diventa razzismo - conclude - le vere discriminazioni si confondono col resto". 

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