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La Commissione europea finanzia i cibi sintetici con più di venti milioni

Dario Martini
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Se da un lato la Commissione Ue fa sapere di non aver ancora deciso sui cibi sintetici, dall’altro finanzia già la sperimentazione e gli studi sullo stesso tipo di alimenti. E lo fa con stanziamenti che superano i venti milioni di euro. Quindi, anche se la carne prodotta in laboratorio non è stata autorizzata in Europa, ciò non significa che l’esecutivo comunitario guidato da Ursula von der Leyen non abbia già imboccato la via che porta a questo obiettivo. È la prova che il ddl approvato martedì scorso dal governo, su input del ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare Francesco Lollobrigida, impedendo produzione, importazione e vendita, è andato a bloccare sul nascere il rischio concreto che questi alimenti finiscano sulle tavole italiane. Il no ai cibi sintetici, non solo carne, ma anche «latte senza mucca» o «pesce senza mare», è una storica battaglia della Lega in Europa. Sono numerose le interrogazioni presentate dagli europarlamentari del partito di Matteo Salvini. La più interessante sul tema forse è l’ultima, presentata il 10 dicembre scorso, prima firmataria Paola Ghidoni. Interrogazione che chiedeva lumi su quanto sta accadendo nel continente, a partire dalla Danimarca, dove «la società Remilk investe nella produzione di latte sintetico, prodotto senza mucche», fino alla Germania, dove «l’azienda Bluu Seafood punta sui bastoncini di "pesce" coltivati in vitro».

 

 

A rispondere in forma scritta è stata la bulgara Marija Gabriel, commissaria all’Innovazione e alla Ricerca: «La Commissione sostiene la ricerca nell’ambito di Orizzonte Europa (iniziativa Ue di sostegno alla ricerca scientifica, ndr) per migliorare le conoscenze sui potenziali impatti ambientali e sanitari di carni e prodotti ittici sintetici». Entrando più nello specifico, «nel programma di lavoro 2023-2024 del polo tematico 6 «Alimenti, bioeconomia, risorse naturali, agricoltura e ambiente», ha preso il via un tema di ricerca da 7 milioni di euro dal titolo "Carne sintetica e prodotti ittici sintetici — situazione attuale e prospettive future nell’Ue", con l’obiettivo, chiaramente indicato, di sviluppare una base di conoscenze e una base fattuale sui 1 potenziali aspetti di sostenibilità di questi prodotti alimentari». Insomma, dalla Commissione non c’è alcuna preclusione di principio ai cibi "clonati". La commissaria Gabriel ha spiegato anche che nell’ambito di un’altra iniziativa europea, «Orizzonte 2020», «sono stati erogati circa 4,5 milioni di euro a quattro progetti incentrati sulla carne sintetica». Mentre un’altra iniziativa Ue «ha finanziato un progetto (Giant Leaps, per 10,3 milioni di euro) per il periodo 2021-2022, che riguarda la carne sintetica solo in misura limitata». In tutto, quindi, oltre 20 milioni, perla precisione 21,5.

 

 

Interessante la conclusione della commissaria: «L’obiettivo è colmare le lacune in termini di conoscenze ed esplorare opportunità e inconvenienti che tali alimenti presentano, al fine di fornire la necessaria base fattuale di conoscenze». L’intento della Commissione era già chiaro da tempo. Un’altra eurodeputata leghista, Silvia Sardone, nell’ottobre 2021 aveva presentato un’interrogazione in cui chiedeva lumi sullo «stanziamento, tramite fondi europei, di due milioni di euro concesso a due aziende olandesi impegnate nella produzione di "carne" in laboratorio da cellule in vitro». Le due imprese - si legge nell’interrogazione - erano la Nutreco e alla Mosa Meat. A rispondere fu Janusz Wojciechowski, commissario per l’Agricoltura, il quale si limitò a spiegare che il progetto in questione «mira a contribuire alla transizione verde limitando l’impatto ambientale e riducendo le emissioni di gas a effetto serra che derivano dalla produzione di carne». Proprio ieri Giorgia Meloni ha rivendicato la scelta di vietare questi cibi in Italia: «Siamo la prima nazione al mondo a farlo, chissà che qualcun altro non ci segua». La Commissione, intanto, va nella direzione opposta.

 

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