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Non è l'Arena, Mentana: "Putin non è un fesso". Gli scenari della guerra

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Tutto si può dire fuorché Putin sia un ingenuo. Ha pianificato tutto e sapeva esattamente ciò che stava facendo. È questo il succo del pensiero di Enrico Mentana che, ospite del programma “Non è l’Arena” condotto da Massimo Giletti, ha espresso il suo disappunto nei confronti di chi crede che il leader del Cremlino abbia sottovalutato il fronte occidentale. “Questa guerra è gestita da Putin che chissà quanto tempo si è potuto preparare per muovere il conflitto. Lui ha pensato molto a cosa fare prima di sorprendere il mondo il 24 febbraio dello scorso anno”. E, di conseguenza, ha ragionato anche sulle possibili ripercussioni sia interne, in termini di credibilità verso il suo popolo, sia esterne, con le sanzioni che fino ad ora però non hanno scalfito la Russia.

 

“Faremmo un torto a Putin se dicessimo che facendo questa cosa ha sbagliato. Perché non stiamo parlando, con tutto il rispetto, di un ‘dittatorello’ di un paese remoto. Ma del leader della Russia post-sovietica che è lì da 23 anni. Non è uno che improvvisamente gli slitta la frizione e dice adesso mi sono arrabbiato e occupo il mio vicino”. E allora, se conosceva il dopo, perché ha invaso l’Ucraina? “È una domanda alla quale nessuno ha dato una risposta che mi abbia veramente convinto. Non penso che abbia sottovalutato l’Europa e la Nato, non può aver pensato arrivo a Kiev con i miei e in un nano secondo mi pappo l’Ucraina indisturbato”.

 

L’opinione di Mentana è quindi quella per cui Putin non ha pensato ad una guerra lampo, ma era cosciente della perdita di centinaia di migliaia di uomini e di una sorta di isolamento, ad eccezione della Cina. Poi l’ex fondatore del Tg5 conclude il suo ragionamento: “Putin non è un fesso. È ovvio che si sarebbe creata progressivamente una nuova Guerra Fredda, com’è ora”. In un balzo indietro nel tempo di oltre trent’anni. 

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