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Otto e mezzo, Travaglio inchioda il Pd: “Errore madornale sul caso Cospito”

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Marco Travaglio ritorna sul caso Cospito nel suo editoriale su Il Fatto Quotidiano, chiedendosi perché i parlamentari del Partito Democratico non abbiano detto subito quanto successo, con le parole di Giovanni Donzelli e Andrea Delmastro che hanno svelato l’incontro con i mafiosi. Il giornalista approfondisce il tema dei dem nella puntata del 7 febbraio di Otto e mezzo, programma televisivo pre-serale di La7 condotto da Lilli Gruber: “Il Pd aveva un rigore a porta vuota da calciare, perché Donzelli, informato da Delmastro, aveva svelato delle cose e li aveva accusati di collusione col terrorismo che parla con la mafia. Potevano tirare la palla e fare gol, perché non c’era il portiere. Ma per tirare quella palla avrebbero dovuto prima sincerarsi che i loro quattro parlamentari che erano andati a trovare Cospito in carcere avessero detto tutto, invece si è scoperto che non avevano detto tutto”.

 

 

“Erano sì andati a trovare Cospito, ma lui - prosegue Travaglio - gli ha detto che prima di parlare con lui dovevano parlare con i boss vicini di cella. Loro invece di dirgli che erano venuti a parlare con lui del 41 bis sono andati a parlare con i boss. Poi quando hanno detto che stava per venire fuori hanno detto che hanno fatto un saluto, ma il rapporto della polizia penitenziaria non parla di saluto, ma lunghi sfoghi dei boss con loro, diversi minuti di confronto sul 41 bis e come si trovavano quando c’era Andrea Orlando rispetto ad adesso. Dato che non c’era niente da nascondere, se non c’era niente da nascondere, dovevano dirlo prima, allora sì che avrebbero potuto calciare quel rigore a porta vuota. Non avendolo detto ed essendo stati costretti ad inseguire - spiega e conclude il direttore del Fatto Quotidiano - alla fine la gente ha detto che è più grave quanto fatto loro che quello fatto da Donzelli, lo dicono i sondaggi. È più grave non dire la verità che dirla violando un segreto”.

 

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