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Coffee Break, Quirico non vede alternative per la pace: “Serve la resa incondizionata di Putin”

Luca De Lellis
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“Vladimir Putin è incompatibile con la pace”. Parola di Domenico Quirico, giornalista e inviato di guerra de La Stampa, che nel corso della puntata di Coffee Break - andata in onda su La7 lunedì 28 ottobre - ha bipolarizzato i futuri scenari possibili della guerra in Ucraina. Tutto sta nel “capire come si vuole muovere il fronte Occidentale nei confronti dell’aggressione della Russia”. Perché c’è assoluta necessità di “raggiungere una pace che consenta all’Ucraina di riconquistare i diritti all’interno della propria terra e di non essere più attaccata. Nonché di convivere pacificamente con Mosca, perché loro saranno sempre lì, non è che si spostano”.

 

 

L’opinione dell’ospite del conduttore Andrea Pancani è che “la pace è una tecnica, non un’aspirazione da portare in piazza”. Pertanto, la prima opzione, che la morale rifiuterebbe ma forse indispensabile, “è quella sgradevolissima di trattare con l’aggressore, perché la pace si fa in due”. Se però “la comunità democratica crede che la convivenza pacifica non sia compatibile con Putin, e io per certi versi sono d’accordo, allora bisogna dire che non si cerca la pace ma l’ottenimento di una resa incondizionata della Russia”. Che poi, chiosa Quirico, “è sempre stata la concezione americana sulla conclusione delle guerre. Loro hanno fatto accordi con gli avversari militari solo quando hanno perso. In Vietnam, in Afghanistan, o in Corea del Nord. Altrimenti hanno sempre scelto la strada della resa incondizionata”.

 

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