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Da quando la Nato è in Ucraina, il report sulla guerra: "In difficoltà"

Giada Oricchio
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“Un giorno di guerra in Ucraina costa quanto 30 in Afghanistan”. È quanto rivela un’inchiesta del New York Times. Il quotidiano americano conferma le indiscrezioni circolate in queste settimane dopo aver rapportato le richieste del governo di Kiev e le forniture effettivamente arrivate alla resistenza per difendersi dall’invasione russa.

A 9 mesi dall’inizio del conflitto, l’amministrazione Usa e gli alleati Nato stanno incontrando le prime difficoltà nel ritmo di aiuti militari. Per spiegare la situazione, Camille Grand, esperto di difesa dell’European Council ed ex assistente della Nato sugli investimenti, è ricorsa a un paragone choc: “Un giorno in Ucraina equivale a un mese o più in Afghanistan”. 

Gli Stati Uniti stanno valutando di inviare piccole bombe di precisione per consentire ai soldati ucraini di colpire oltre le linee rafforzate dalle truppe di Mosca, ma gli sforzi bellici sarebbero quasi al limite: una pessima notizia per il presidente Volodmyr Zelensky e al tempo stesso un modo per indurlo a una tregua.

A conti fatti, l’Unione Europea ha stanziato più di tre miliardi di euro per aiutare gli Stati che hanno sostenuto l’Ucraina, mentre i Paesi dell’Alleanza atlantica hanno fornito aiuti per 40 miliardi di dollari, fra questi alcuni hanno esaurito il budget, altri (Italia compresa) ne sono vicini. La situazione sul campo è drammatica: l’intelligence britannica ha riferito che la città di Kherson, liberata lo scorso 21 novembre, viene bombardata ogni giorno e resta vulnerabile in quanto a portata di tiro dell’artiglieria russa asserragliata sulla sponda orientale del fiume Dnipro. Il ministro per la Reintegrazione dei territori temporaneamente occupati, Iryna Vereshchuk, ha esortato gli abitanti a evacuare la città per l’inverno. Intanto l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) ha reso noto che oltre 4,75 milioni i rifugiati ucraini hanno chiesto di aderire ai programmi di protezione europei (Polonia, Germania e Repubblica Ceca sono le nazioni con maggiori domande).

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