Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Agorà, Lucio Caracciolo ci fa tremare: “Taiwan? Può scoppiare la guerra Usa-Cina”

  • a
  • a
  • a

Durante il Congresso del Partito Comunista Cinese, Xi Jinping si è detto “pronto all'uso della forza per la questione Taiwan, continueremo a lottare per una riunificazione pacifica”. La situazione di Pechino e del territorio conteso è affrontata durante l’edizione del 17 ottobre di Agorà, il talk show di Rai 3 condotto da Monica Giandotti, che vede la presenza di Lucio Caracciolo, esperto di geopolitica e direttore di Limes: “Oggi il mondo si regge sulla sfida tra Usa e Cina, con l’isola di Taiwan che è il perno del confronto. I cinesi la considerano loro, mentre gli americani hanno deciso di difenderla e di armarla. Xi ha dato un ultimatum alla Cina, parlando di 2049 come limite per prendere l’isola, che se non verrà alla Cina spontaneamente porterà all’uso della forza. Può significare la guerra tra Stati Uniti e Cina, bisogna vedere chi farà la prima mossa. Alcuni americani pensano di fare questa mossa prima dei cinesi, perché pensano che più passa il tempo e più la Cina diventa forte, speriamo che sia evitabile”.

 

 

Giorgio Mulè, sottosegretario alla Difesa ed esponente di Forza Italia, fa notare una sovrapposizione di tematiche tra quello che dice Xi su Taiwan e quello che diceva Vladimir Putin sull’Ucraina: “C’è una rivendicazione culturale per il ritorno naturale allo status quo, situazione pericolosissima”. Caracciolo approfondisce il tema: “In questa fase quasi tutti i regimi si reggono sulla storia, dicendo che quel territorio era suo da chissà quanti secoli. Non ci sono più le ideologie, lo scontro è sul come si legge la storia per essere i legittimi sovrani di un territorio”.

 

“Putin e Xi Jinping sono ancora così amici?” l’ultima domanda rivolta a Caracciolo da Giandotti: “No - la risposta secca -, non credo proprio. Anche se hanno avuto molti incontri e apparentemente si parlano basta però vedere le immagini del vertice di Samarcanda, in cui Putin stava lì come uno scolaretto e Xi lo guardava come un maestro, protestando per quanto successo in Ucraina”.

 

Dai blog