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Meloni cade? La profezia di Paolo Becchi sulle elezioni anticipate: sinistra muta

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È alta tensione nel centrodesta con lo scontro aperto tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi. La presidente di Fdi, che punta a chiudere il prima possibile la squadra di governo, si trova a dover fare i conti con un alleato, il Cav, che non ci sta a farsi imporre la linea dalla premier in pectore. E il mancato sostegno di Forza Italia al momento del voto per Ignazio La Russa a Palazzo Madama è direttamente collegato a questi attriti, e conseguenza anche del veto di Meloni sulla presenza nell'esecutivo della fedelissima del Cav, Licia Ronzulli.

A far salire la tensione alle stelle c'è poi soprattutto l'appunto - catturato dagli obiettivi dei fotografi - che Berlusconi sfogliava ieri mentre era seduto nell'aula di palazzo Madama. Un foglio su carta intestata "Villa S. Martino" su cui compare un elenco non esattamente lusinghiero riferito al "comportamento" di Meloni. Insomma, un chiarimento tra i due leader invocato nel centrodestra da più fronti non sembra al momento a portata di mano.

E le opposizioni si scatenano con la sinistra che spera che le divisioni non vengano superate. In questo contesto si inserisce il cinguettio del seguitissimo filosofo blogger Paolo Becchi che placa la sinistra e gli ricorda che il governo ancora non c'è quindi non può cadere. "Non c’è ancora il governo e già si ventilano elezioni anticipate. L’ipotesi è poco probabile, perché nel caso Meloni, da sola, prenderebbe il 50% dei voti".

 

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