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“La guerra in Ucraina non c'entra”. Carlo Bonomi tira fuori la verità sull'energia: autunno da incubo

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È un grido d’allarme quello che il presidente di Confindustria Carlo Bonomi lancia dalle colonne del Corriere della Sera in merito alla questione energetica: «Si racconta che tutto nasce dalla guerra fra Russia e Ucraina e dalle sanzioni, ma è fuorviante. E da un anno che noi di Confindustria diciamo che l’energia è un problema. La guerra lo acuisce, ma non può essere una sorpresa. Quindi non possiamo continuare a raccontarci che tutto va bene, perché le difficoltà e le preoccupazioni sono enormi. Ora nell’industria abbiamo casi di bollette decuplicate, non possiamo reggere. Ci saranno seri problemi su redditi e potere d’acquisto delle famiglie. Il grido di dolore delle imprese fin qui è stato un po’ ignorato, ma ora c’è urgenza di nuovi interventi». 

 

 

Da più parti si inizia a parlare di razionamento, ma come è la situazione in Italia? Bonomi non ha dubbi: «Noi non dobbiamo farci trovare impreparati, perché il razionamento può avverarsi. Chiediamo solo che si compiano delle scelte sulla base dei numeri, su criteri oggettivi e di mercato». Poi, la conclusione, con un chiaro messaggio alla politica: «L’industria è un tema di sicurezza nazionale e se c’è un’emergenza di queste dimensioni i partiti devono indirizzare lì le risorse. Non lo diciamo per fare una battaglia corporativa, le chiusure di imprese vanno evitate. A maggior ragione ora che la nostra industria stava facendo meglio di quelle tedesca e francese». Perché, come ha ricordato il presidente degli industriali, ci sono in gioco il welfare e la coesione sociale del Paese.

 

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