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In Onda, la manina di Piero Grasso dietro la bocciatura di Nicola Gratteri come ministro: la verità di Matteo Renzi

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Perché Nicola Gratteri non venne accettato da Giorgio Napolitano come Ministro della Giustizia nel governo guidato da Matteo Renzi? È lo stesso ex presidente del Consiglio, ospite della puntata del 4 giugno di In Onda, programma tv di La7, a raccontarlo a David Parenzo e Concita De Gregorio, che avevano chiesto maggiori lumi sulla situazione del magistrato anti-mafia: “Non condivido tutto quello che dice Gratteri, come lui non condivide tutto quello che dico io, però avevamo un’idea che era quella di scardinare il potere delle correnti nel mondo della magistratura. Alcune correnti fanno il bello e il cattivo tempo nella magistratura. Ce n’è una Magistratura Democratica, che dice ‘intorno a Renzi va messo un cordone sanitario’. Questo non va bene, perché se uno commette un reato lo devi perseguire, ma non è che ci metti un cordone sanitario. L’idea di Gratteri era di scardinare tutto il sistema”.

 

 

“Chi è che è intervenuto quindi?” Renzi si pone da solo la domanda e continua il suo retroscena: “È una domanda che andrebbe fatta più al presidente emerito della Repubblica Napolitano, io ho rispettato la Costituzione e lui ha rispettato la Costituzione dicendo no a Gratteri, se lui non controfirma non si fa ministro. Però posso dire dei nomi io, quelli che io immagino essere dei nomi e in qualche misura non immagino soltanto. È noto che Gratteri, diciamolo con un eufemismo, non godeva delle simpatie dell’allora presidente del Senato Piero Grasso. Grasso andò ad una conferenza stampa ancora da magistrato e procuratore antimafia e dice di Silvio Scaglia e dell’indagine che lo coinvolge che quella è una strage della legalità. Penso che Grasso si debba vergognare per quelle parole, Scaglia è stato assolto e mentre Grasso era presidente del Senato e l’allora gup che aveva messo in carcere Scaglia era membro del Csm, Silvio Scaglia e Mario Rossetti e tanti altri vennero assolti perché quell’indagine era uno scandalo”.

 

 

Renzi parla anche dei giudizi di Gratteri sul governo Draghi, accusato di non occuparsi di mafia: “Io la trovo un’analisi ingenerosa, ne capisco la frustrazione visto che aspirava a ragione a poter guidare la Procura Nazionale Antimafia. Il Csm ha scelto Giovanni Melillo, un altro professionista, che ha lavorato con noi al governo facendo il capo di gabinetti di Andrea Orlando. Gratteri avrebbe fatto bene quel lavoro e la sua frustrazione la capisco perfettamente. Credo che questo sia un giudizio ingeneroso nei confronti del presidente Draghi”.

 

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